” L’Arte della Gioia ” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Sky e NOW dal 28 Febbraio 2025.

27 Feb, 2025

Nata in Sicilia il primo gennaio del 1900 da una famiglia povera, in una terra ancora più povera, Modesta fin dall’infanzia, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di amore e di libertà, è disposta a tutto pur di perseguire la sua felicità, senza piegarsi mai alle regole di una società oppressiva e patriarcale a cui sembra predestinata. Dopo un tragico incidente che la strappa alla sua famiglia, viene accolta in un convento e, grazie alla sua intelligenza e caparbietà, diventa la protetta della Madre Superiora.

La complessità dell’opera di Goliarda Sapienza che Valeria Golino è risaputa anche e forse soprattutto per gli argomenti così delicati e di importanza intellettuale e morale. La regista ancora una volta ha il coraggio di non prendere un materiale facile e come i film precedenti ( “Miele” ed “Euforia” ), buttarsi totalmente in una storia che presenta moltissime insidie e difficoltà. C’era il rischio di puntare troppo sulla critica sociale alla chiesa oppure cercare di creare scalpore con immagini troppo spinte; negli occhi di Tecla Insolia rivive tutta la convinzione, le paure, l’ambiguità e addirittura la meschinità di un personaggio che si muove per curiosità ma non è mai ingenua e anzi risulta artefice del proprio destino grazie ad un’intelligenza fuori dal comune.

Nell’opera c’è tutto e i vari toni vengono sfiorati nella maniera più coerente possibile passando da momenti più duri di violenza suggerita ad attimi di exploit strazianti senza che si possa davvero incasellare la serie in un genere troppo chiuso e limitante. A volte drammatiche, altre volte austera e classica ma con punte di ambigui tormenti e di lunghe riflessioni che non vengono messe in scena in modo troppo statico bensì alternano voci fuori campo con veri e propri passaggi narrativi che spiegano più di mille parole. Viene così rispettata la forza e la natura di questo racconto che parte molto bene per poi allungarsi forse eccessivamente sul finire dell’opera e andando avanti con la visione degli episodi.

Nel finire della storia quando davvero era il momento di accelerare e dare al pubblico momenti più avvincenti e interessanti, la storia si sofferma troppo su divagazioni, belle inquadrature e ricalchi di momenti drammatici profondi. Nonostante questo difetto di forma però non possiamo dire che la storia nel suo complesso non coinvolga appieno e ci piace il fatto che lasci aperte speranze e discorsi nel realizzare la seconda stagione così da completare la trasposizione del romanzo originale.

Valeria Golino riesce a portare l’essenza di uno dei racconti più interessanti e mai affrontati del novecento con un piglio rispettoso e soprattutto un gusto estetico e di cura al dettaglio di altissimo livello. Tanto basta per rendere “L’Arte della Gioia” una delle serie più interessanti da vedere e non lasciarsi scappare.

Andrea Arcuri