Una storia artistica e umana che continua ad emozionare milioni di persone che nel mondo ammirano gli splendidi capolavori, mai apprezzati in vita purtroppo, di Vincent Van Gogh. Un uomo solo che anelava l’amore, come tutti, e lottava con tutte le sue forze per riuscire a trovare un cuore che potesse fargli da casa. Lo spettacolo prende in prestito la parabola incredibile di un’ artista geniale per raccontare la vita agra di chi è costretto dalle necessità a mettere da parte i propri sogni per sopperire alle ingiustizie della vita. Gli attori in scena sono una compagnia di ballerini cantanti (ognuno con storie travagliate alle spalle) e accolgono nel loro cafè chantant un antiquario. Philippe potrebbe essere uno dei tanti avventori e invece quell’ incontro sarà per tutti l’inizio di un nuovo modo di concepire la vita. “Colorate i vostri sogni” è l’augurio della voce fuori campo per gli spettatori, ad inizio rappresentazione. Lo spettacolo, in due atti, si avvale di un meraviglioso corpo di ballo. La musica è eseguita dal vivo con grande perizia. L’ arte pittorica impressionista, riprodotta su grandi teli trasparenti, si fonde armonicamente con i quadri visivi viventi che animano le immagini più famose delle opere di Vincent. Vincent è sempre evocato con il suo nome proprio perché è reso vicino e fatto diventare amico, confidente, esempio fulgido di resistenza e abnegazione. Spettacolo reso coinvolgente grazie soprattutto alle grandi proiezioni animate in 3d della vivida palette dei colori che hanno reso celebre e unico Van Gogh. Giallo, blu notte, le pennellate vigorose che segnano la tela e le regalano movimento e immensa luce. Sul palco si alternano quadri con coreografie di grande impatto sullo spettatore mentre le canzoni sono per lo più prese dal repertorio classico della canzone francese. Molto utile avere in sovraimpressione la possibilità di leggere il testo tradotto che rende ancora più significativa la scelta di determinati brani iconici all’ interno della rappresentazione. Anche se, va detto, le canzoni non sono coeve all’ ambientazione storica del cafè parigino e non se ne capisce tanto il perché. Un plauso alle voci dal vivo che sanno mantenere precisione e potenza nonostante la difficoltà di balletti, anche molto ritmati. Una scelta registica apprezzata è quella di fare entrare i personaggi anche dalla platea per creare maggiore vicinanza con il pubblico. Lo stesso narratore antiquario (Andrea Ortis che firma anche la regia ed è uno dei migliori in scena) seduto in platea sembra essere proprio uno di noi. Il musical esprime tutta la sua potenzialità grazie alla buona acustica di cui gode il teatro degli Arcimboldi che, oltre alla suggestività dello spazio, regala un ottimo ascolto. Altra scelta vincente dello spettacolo è sicuramente la messa in scena che privilegia il racconto dei personaggi comuni nella prima parte per poi dedicare massimo spazio e valorizzazione a quelle composizioni che sono diventate riconoscibili a qualsiasi latitudine del pianeta. Commovente uno dei passaggi finali che ripropone i molteplici autoritratti di Vincent Van Gogh. Le sue evoluzioni, i suoi tormenti, il suo modo di stare nella natura, il suo viso segnato e trasfigurato dalle emozioni, dai dolori e dalle perdite che ha dovuto subire.
Questo musical, particolare e imperdibile, rende omaggio ad un grande artista sfortunato e lo fa, realizzando uno spettacolo stratificato, in cui lo spettatore non è mai lasciato a latere, passivamente. Si è chiamati a sedere a quel tavolino e a riconoscere, come in uno specchio, la difficoltà del vivere che riguarda tutti, nessuno escluso, si è spronati ad esercitare sempre la volontà di inseguire i propri sogni che è il motore per superare qualsiasi avversità.
Da non lasciarsi sfuggire, per una esperienza visiva e sonora appagante.
Virna Castiglioni per Global Story Telling