Takano Tatsuo è un artigiano appassionato e il tofu che prepara è considerato il migliore della sua città natale, Onomichi, nella prefettura di Hiroshima, e di tutte le province intorno. Takano gestisce un negozio con la figlia Haru. Il padre e i suoi amici decidono che è arrivato il momento di cercare un nuovo fidanzato alla ragazza e iniziano a vagliare i migliori scapoli della zona in cerca del marito perfetto. Ma anche Takano farà un incontro inaspettato …
Il film ha conquistato il Premio del pubblico all’ultimo Far East Film Festival e si capisce bene che lo spunto narrativo, la ricerca di un fidanzato per Haru, pieno di momenti divertenti è solo una motivazione per raccontare uno scontro generazionale. Ne viene fuori una commedia fatta di equivoci e piccoli momenti simpatici senza volerlo davvero essere con di fondo uno slancio umano legato ai sentimenti, l’amore, il perdono e i ricordi.
Ogni situazione viene messa in scena in modo garbato e non c’è mai davvero qualcosa che non si risolva con poco sforzo a livello di accadimenti ma con grande richiesta di accettazione di sé e di capacità di esternare i propri sentimenti. Con grazia si passa da attimi di comicità leggera ad altri di drammi personali nel mezzo della quotidianità di tutti i giorni nel preparare il tofu tanto caro a Takano.
Per certi versi i personaggi risultano stereotipati e classici. C’è il padre scorbutico e testardo ma pieno di buoni sentimenti, c’è la figlia che rappresenta il progresso e la voglia di guardare al di fuori dei confini mentali. Ci sono poi gli amici di Takano che sono tanto pasticcioni quanto ottimi a dispensare consigli sebbene in modo colorito e poi ci sono nuovi interessi che arrivano a rompere degli equilibri ma sempre in modo rispettoso.
Le parti più comiche sono certo riempitive e donano allo spettatore sporadici sorrisi senza pretendere molto. Il vero cuore della vicenda sono le rivelazioni di Takano che si sbloccano grazie ad una tenera amicizia con una signora incontrata in ospedale e i temi tradizionali dello shōshimin-eiga relativi al rapporto tra padri e figli. Tutto questo viene fatto in modo semplice mai gridato riuscendo a conquistare il pubblico senza annoiarlo.
Il film è un film nostalgico senza esserlo mai davvero perché non spinge mai sul melodrammatico con facili espedienti lacrimevoli riuscendo a darli al pubblico in maniera centellinata tra piccole risate e qualche dramma familiare.
Andrea Arcuri