A quattro anni dall’ultima pubblicazione, Marilyn Manson torna sulle scene. Pronto a dare nuove sfumature mature al suo sound ma con un occhio ai fasti del passato. Ecco che vedremo nuovamente croci rovesciate e blasfemie varie agli idoli più classici con l’aggiunta di un marcato autocitazionismo e il vissuto degli ultimi anni a tessere la trama dei brani.
L’album si apre con “ One Assassination Under God ” e già l’impatto di apertura è da brividi. Un videoclip magnetico e lugubre al punto giusto accompagna la canzone con l’artista che canta in contesti differenti ma con fare minaccioso e profondamente tetro diretto alla telecamera tra montagne di corpi, casse da morto trascinate o sotto una pioggia scrosciante. La canzone mantiene il suo gusto introspettivo pieno di forza interiore fino alla fine senza particolari exploit di stile ma con una calma di chi viene a prenderti nella notte ammaliando con suono armonico. Ecco arrivare “ No Funeral Without Applause ” che ricorda moltissimo il passato di Manson per come è costruita e realizzata. Soprattutto in alcuni passaggi nel canto con la voce dell’artista modulata in modo differente a seconda del momento e un andamento che cambia spesso lungo l’ascolto. Tutto molto buono, peccato che per alcuni aspetti risulti già sentito e molto meglio in passato. Si procede con ” Nod If You Understand “ed è il momento di alzare il volume. Un brano particolarmente sostenuto dal ritmo che impazza con fare preciso e incalzante. Da ascoltare con molta attenzione il giro di chitarra con gli altri strumenti in perfetta sintonia, non si potrà evitare di battere il tempo con il corpo. Il canto di Marilyn Manson si incastra perfettamente con tutto questo ma l’artista ha la bravura e l’arguzia di lasciare agli strumenti il ruolo da protagonisti.
E’ il momento di “ As Sick As The Secrets Within ” che risulta per volti essere il brano più bello di quest’album sotto molteplici aspetti. Intanto il videoclip che l’accompagna è tra i più disturbanti dell’artista pieno delle sue stesse opere e unite in maniera molto coerente per le emozioni che vuole suscitare. A livello sonoro non è una canzone del tutto lineare e armonica, piena di una molteplicità di stili e toni che però risulta ben mixati e il passaggio tra ritornelli e strofe risulta sempre preciso senza mai sbavature o forzature. Anche ” Sacrilegious “ è accompagnata anche da un videoclip promozionale. Molto semplice nella progressione per quanto quello che ascoltiamo è il voler puntare sullo scandalo e il sacrilego. In questo brano Marilyn non ha voluto puntare sull’originalità infatti ci sono un paio di passaggi che ricordano alcuni suoi vecchi brani piuttosto su parole forti e il loro significato volendo dare scandalo. Un brano ascoltabile senza problemi ma che semplicemente non lascia il segno. ” Death Is Not A Costume ” viene presentata con molti suoni distorti. Sia la musica sia il canto possiede un’anima strisciante e dalla profonda carica tenebrosa che ti rapisce in un turbine di disperazione mai frenetica, passo solo accennato, piuttosto procede con fare lento e sibillino. Magnetica e ipnotica al punto giusto.
” Meet Me In Purgatory ” possiede un giro di chitarra,basso e batteria particolarmente coinvolgente fin dalle prime battute. Un brano molto rock e dal ritmo sempre sostenuto, anche Marilyn canta in modo pulito senza distorsioni particolari per una canzone che risulta davvero riuscita e rimane in testa per molto tempo. ” Raise The Red Flag ” ha tantissimi sentori classici e se vengono in mente canzoni del passato, è perfettamente normale. Qui Marilyn decide di fare un tuffo nel passato nei suoi brani più chiacchierati, meno armonici e sonori ma con una moltitudine di strofe in cui dimostra di avere molto da dire. Il sound di fondo è ben equilibrato e accompagna il canto in modo tanto discreto quanto capace di costruire qualcosa di ben riconoscibile. Il videoclip che accompagna la canzone vede il gruppo suonare gli strumenti in una sala ma è la fotografia, con continui luci flash accecanti a voler dare quel senso di stordimento ben riuscito. L’album si chiude con ” Sacrifice Of The Mass ” che risulta una ballata quasi romantica e profondamente nostalgica grazie al suo suono stridente e volutamente pieno di suoni sporchi e graffianti. Una prima parte di questo tipo lascia poi spazio ad una più opprimente ma di grande effetto emotivo e senza fretta la musica ci avvolge in maniera inaspettata e diversa dal solito.
One Assassination Under God – Chapter 1 Tracklist:
1. One Assassination Under God
2. No Funeral Without Applause
3. Nod If You Understand
4. As Sick As The Secrets Within
5. Sacrilegious
6. Death Is Not A Costume
7. Meet Me In Purgatory
8. Raise The Red Flag
9. Sacrifice Of The Mass
Andrea Arcuri