” The Piano Lesson ” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 22 Novembre.

22 Nov, 2024

In casa Charles infuria una battaglia con al centro un prezioso esemplare di pianoforte che sta dividendo due fratelli. Da una parte, il fratello (John David Washington) intende accumulare la fortuna vendendolo. Dall’altra, la sorella (Danielle Deadwyler) fa di tutto per tenersi stretto l’unico ricordo del patrimonio familiare. Lo zio (Samuel L. Jackson) cerca di mediare, ma nemmeno lui riesce a controllare i fantasmi del passato. 

Tratto dal capolavoro di August Wilson premiato con il Pulitzer, il film esplora è l’esordio alla regia di Malcolm Washington che si affida a pochi attori ma tutti ben sfruttati nelle loro capacità oltre al fatto di voler circoscrivere la vicenda a pochi luoghi con un passo e un’esposizione di stampo teatrale. Vengono così esplorate le dinamiche riguardo l’identità legate alle generazioni e come le stesse delineano la resistenza e appartenenza ad un luogo oppure a qualcosa. L’identità passa per il possesso o la vendita di un pianoforte e sulle diverse opinioni che i componenti della famiglia gli attribuiscono. Ne viene fuori qualcosa di molto avvincente pur rimanendo praticamente sempre fermi ( nei luoghi e nelle posizioni) ed esaltante grazie ad una scrittura dei dialoghi precisa e di forte impatto emotivo.

Il film riesce perfettamente ad analizzare il modo in cui il nostro passato influenza il nostro presente ma allo stesso tempo come noi siamo individui che mutano nelle opinioni e nella nostra voglia di affermarsi. Ognuno è chiamato a prendere una posizione, ascoltando le opinioni di tutti e così decidere chi si vuole essere, passando per la destinazione del pianoforte al centro del dibattito.

 

Il regista Malcolm Washington usa molto bene e si affida totalmente nelle parole di Wilson a cui va ad aggiungere una direzione degli attori di altissimo livello e un uso degli spazi che si adatta perfettamente al momento cos’ da sembrare claustrofobiche, ampie, spettrali o magnetiche quando servono.  

Ovviamente c’è sempre la questione se uno stile teatrale  con tutte le sue regole implicita sia giusto portarlo ad una trasposizione cinematografica in maniera così precisa e senza modifiche. Stiamo pur sempre parlando di due differenti modi di dialogare al pubblico e sarebbe giusto, almeno questa è una linea di pensiero, che nella contaminazione vi sia anche un certo adattamento.  Al di là di questo però ci sono prodotti che sono talmente altisonanti e forse la loro distribuzione tramite un lungometraggio potrebbe aiutare tale opera ad arrivare ad un pubblico più ampio magari meno avvezzo al teatro. “The Piano Lesson” ne è un perfetto esempio e per questo bisogna perderlo mettendo da parte ogni tipo di confronto.

Andrea Arcuri