Bill Skarsgård è The Crow – Il Corvo, il leggendario e iconico personaggio della graphic novel di James O’Barr, rivisitato in questa nuova versione cinematografica diretta da Rupert Sanders. Eric Draven e Shelly Webster, legati da un amore profondo, vengono brutalmente uccisi, da una banda di criminali. Di fronte alla possibilità di salvare Shelly,sacrificando se stesso, Eric intraprende una vendetta feroce e senza pietà contro i loro assassini, viaggiando attraverso il mondo dei vivi e dei morti.
Ci sono remake che vengono realizzati giusto per proporre una certa storia ad un nuovo pubblico visto che magari il film originale è uscito da ormai più di 20 o 30 anni. Altre volte avviene un’operazione di ringiovanimento legata magari a nuove tecnologie a disposizione, parliamo ad esempio del caso dei film Disney che riprendono i loro classici in versione cartone animato e li rifanno in live action. In entrambi i casi può capitare che tale operazione non porti nulla di nuovo al pubblico (e quindi perché non guardare la versione originale? semplice, perché recuperare i film vecchi non porta nuovi soldi alle major) se non lo sfoggio di effetti speciali all’avanguardia oppure nuovi volti nei panni di vecchi personaggi. Ovviamente questo ” The Crow ” appartiene a quest’ultima opzione andando a riproporre le tematiche che già conosciamo con un andamento narrativo classico ma semplicemente velocizzando ed esagerando alcuni aspetti e presentando l’attore Bill Skarsgård come nuovo volto carismatico per i ragazzi d’oggi.
La parte romantica copre buona parte del film, soprattutto la prima metà per poi spingere sulla componente fantastica e la parte più violenta. Se Skarsgård ha una buona presenza scenica e risulta credibile nel ruolo del bello & dannato, il film mette in scena momenti action tra sangue e splatter che si rifanno alla saga di “John Wick” a livello stilistico. Proprio questa parte, sebbene derivata da altre fonti, risulta la migliore perché davvero aggiunge qualcosa di nuovo legato alle preferenze dei nostri tempi e quindi si discosta, solo a livello di messa in scena, dall’originale perché spinge sulla componente violenta e sanguinaria. La parte romantica invece risulta troppo melodrammatica e raffazzonata legata all’immaginario adolescenziale a cui ormai nessuno crede più e anche un certo tipo di stile “goth – emo” sembra molto finto, stereotipato e per nulla fluido nella narrazione. In aggiunta a questo il film sembra voler raccontare una “original – story” di un nuovo supereroe e anche qui prende una strada modaiola ormai stanca e banale.
Tutto però non riesce a farci dimenticare la sua fonte di ispirazione e a ogni passaggio ci viene in mente quella particolare scena come era stata realizzata nel film del 1994 portando quindi a pensare che questo remake non è migliore, non è neanche peggiore semplicemente risulta inutile. Speriamo solo il pubblico odierno non guardi questo film senza conoscere la versione da cui prende spunti e abbia così voglia di recuperare il primo film e comprenderne la bellezza e le motivazione per cui viene considerato un vero cult.
Andrea Arcuri