Federico Pacchioni: un profondo e attento occhio storico nella giuria del Gallio Film Festival …

28 Lug, 2024

Nato e cresciuto in Emilia-Romagna, Federico Pacchioni vive a Orange in California dove insegna alla Chapman University come titolare della cattedra Sebastian Paul & Marybelle Musco in Italian Studies. Ha pubblicato vari saggi su letteratura, cinema e teatro. Quest’anno al Gallio Film Festival è uno dei componenti della giuria. Ecco le sue parole…

 

Come sta andando il Gallio Film Festival soprattutto in relazione alla risposta del pubblico?

L’ho trovata un’iniziativa speciale e particolare. Personalmente sono stato colpito dal fatto che è radicato in una comunità reale, perché buona parte del pubblico torna tutti gli anni a Gallio, magari perché abitano qui o vengono per villeggiatura, e la partecipazione al festival per loro sembra quasi essere diventata una tradizione. C’è un pubblico interessato alla cultura cinematografica e soprattutto molto partecipe ai dibattiti durante il cineforum. Si sente forte atmosfera di coinvolgimento e di affetto nei confronti di questa rassegna cinematografica.

 

Rispetto ai film scelti, ti piace la varietà proposta nella selezione?

In questa prima parte del festival non c’è un tema comune che lega tutti i film, se non il fatto che si tratta di opere prime. Tuttavia ho trovato una buona varietà di generi: qualcuno più commerciale, altri sperimentali, altri ancora innovativi. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da alcuni contributi che esplorano il linguaggio cinematografico in modo originale, anche mescolando animazione con film. Troviamo film prevalentemente ambientati in alcune regioni d’Italia, ma si ha l’impressione di viaggiare in tutto il mondo, sempre con lo sguardo italiano. 

 

C’è qualche aspetto, magari parlando proprio di una di queste pellicole, che ti ha colpito particolarmente in positivo o in negativo?

Ho visto film esteticamente molto ricchi come ad esempio “La Festa del Ritorno” che ha un respiro poetico raro da trovare nel cinema italiano odierno, oppure il film d’animazione ha uno stile interessante, o ancora “Metamorphosis” che ha una profonda riflessione tra le religioni. In generale, sono rimasto molto colpito dalla qualità dei film che hanno partecipato al festival.

 

Come ti stai trovando in questa tua nuova veste di membro della giuria?

E’ la mia prima volta come membro della giuria del Gallio Film Festival. Mi sono trovato molto bene con gli altri membri della giuria perché c’è sempre stato il modo e il tempo di confrontarsi in maniera costruttiva con tutti. Sono emerse tante proposte ed opinioni diverse, le quali mi hanno fatto piacevolmente capire che il cinema è un fenomeno molto soggettivo legato ai gusti, alle abitudini e ai valori personali dei singoli giurati. 

 

Qual è il tuo punto di vista e valore aggiunto che hai portato nella giuria? 

Essendo uno storico cinematografico, ho guardato in particolare l’eredità culturale che ogni film rifletteva, dunque il valore storico di ognuna di queste pellicole. Ho trovato una buona varietà di generi che rispettano appieno le tradizioni; ad esempio il poliziesco, uno dei cavalli di battaglia del cinema all’italiana, visto in “Come pecore in mezzo ai lupi” oppure i film d’autore come “Billy”.

 

Federico Pacchioni dà il suo contributo alla giuria del Gallio Film Festival con il suo occhio critico e storico. Un ringraziamento per essere stato disponibile a questa intervista. Vi invitiamo a recuperare le sue opere e seguirlo nelle prossime pubblicazioni.

 

Andrea Arcuri