Saluto ad un nuovo esordio, nella speranza che l’autore non si perda per strada dopo aver pubblicato questo romanzo.
L’impianto presenta una particolarità singolare, Affronta tematiche molto profonde come lo sradicamento, l’integrazione, il trovare un posto nel mondo, per citarne solo alcune. Apparentemente sembra farlo giustapponendo una serie di #luoghi comuni, di classici #stereotipi. In realtà è possibile scavare nel reticolato del romanzo e accorgersi che non c’è traccia di superficialità alcuna nelle pagine proposte dall’autore di origine iraniana.
Ai fini della lettura non è fondamentale sapere se la vicenda narrata è tutta o in parte autobiografica. Rispetto alla realtà, c’è uno sfasamento di qualche anno ma, come detto, la questione è irrilevante perché sposterebbe inutilmente il #focus del libro.
Esiste sempre una dicotomia sulla strada del protagonista #K. E’ nato negli Stati Uniti da una famiglia di origine iraniana; è attirato da tutto ciò che è americano, ma allo stesso tempo non tradisce usi e costumi del suo Paese di provenienza. C’è il rispetto per la famiglia ma anche la consapevolezza che certe regole vanno decisamente strette. Senza contare che, all’interno del libro, vi è un filone di trama assolutamente riconducibile al discorso #patriarcato.
Quello che Khabushani racconta è uno spaccato di vita assolutamente plausibile nel quale sono ravvisabili anche tracce di romanzo di formazione. Ciò che #K e i suoi fratelli più grandi vivono, soprattutto #K, è un percorso finalizzato ad acquisire una maggiore coscienza di sé e delle proprie potenzialità.
Non a caso, al protagonista la vita sembra essere più #semplice, più #facile, nel momento in cui è ragazzino e ha a che fare con persone della sua età. Esistono sicuramente alcuni filtri che possono creare ostacoli, ma di sicuro in quella fase di esistenza non sono ancora arrivati i #grandi a contaminare il pensiero di queste giovani menti con inutili retaggi.
Ripeto, a bruciapelo può sembrare una storia banale e ovvia.
Invece non lo è affatto.
Enrico Redaelli per Globalstorytelling