“Hard Cell” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 12 Aprile 2022

9 Apr, 2022

“Hard Cell” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 12 Aprile 2022


La serie è ambientata in un carcere femminile mentre una troupe televisiva sta girando un documentario all’interno della struttura detentiva. Tra umorismo e denuncia sociale seguiamo la direttrice del carcere e le vite delle detenute che vengono raccontate in maniera volutamente sopra le righe ma con un occhio alle loro situazioni personali. La serie è stata scritta e ideata da Catherine Tate (Donna Noble in “Doctor Who”) che interpreta anche diversi personaggi all’interno dello show.

Non molto conosciute in Italia, l’attrice Catherine Tate ha uno stile molto personale e diverso da tante altre. Questo è sicuramente un punto fermo da cui iniziare ad analizzare la serie “Hard Cell” perché tutto potrebbe proprio partire dall’apprezzare e accettare questo suo stile. Una comicità votata molto alla volgarità e alle battute a volte ripetitive possono certamente piacere oppure no ma è innegabile una forma d’arte e capacità di destare attenzione. Il fatto che poi tale interesse possa tenersi alto per sei puntate ed un totale di tre ore circa è tutta un’altra storia.  

Bisogna accettare il mondo della serie per le sue assurdità dove le guardie esistono esclusivamente per l’effetto comico e la direttrice spende il budget idrico della prigione in spartiti rilegati in pelle per un imminente produzione musicale all’interno del carcere. Si potrebbe pensare e sperare che le battute abbiano un fondo critico e forse per alcune di queste tale senso è presente ma, come detto in precedenza, si punta molto sulla ripetersi nelle situazioni e su giochi di parole volgari e sboccate.

Lo spettacolo è solo una scusa per l’attrice di mettere in scena i vari personaggi che lei stessa interpreta (se ne contano almeno sei) ma anche per scene che siamo sicuri siano state improvvisate e poi messe nel taglio finale in maniera un po’ precipitosa. Ci sono alcuni personaggi che potevano essere interessanti e che meritavano una costruzione più profonda invece alla fine sono solo espedienti per far procedere la trama. Sfortunatamente tutto quello che la serie ha potenzialmente di buono viene dissipato e buttato nella mischia per qualcosa di grossolano . Se poi ci mettiamo anche il fatto che alla fine c’è il tentativo di dare allo spettatore un senso moralistico come se fosse una lezione di vita, allora si capisce che c’è davvero poca cura nella realizzazione della serie.

Andrea Arcuri