” Until Dawn: Fino all’Alba ” – Recensione. Al Cinema dal 24 Aprile 2025.

25 Apr, 2025

Un anno dopo la misteriosa sparizione di sua sorella Melanie, Clover e i suoi amici si recano nella remota valle in cui è scomparsa, in cerca di risposte. Esplorando un centro visitatori abbandonato, i ragazzi sono inseguiti da un assassino mascherato e orribilmente uccisi uno dopo l’altro… per poi svegliarsi e ritrovarsi all’inizio della stessa notte.

Il genere horror è costituito da moltissimi sottogeneri che spaziano da quello più introspettivo e d’atmosfera a quello più splatter e di impatto improvviso. Spesso film di questo genere, caratterizzato da una spesa a volte contenuta e pieno di volti poco noti, viene affidato a registi ancor meno noti per poi sperare l’exploit mediatico e un buon passaparola. In questo caso però si è scelto di affidare la regia a David F. Sandberg che spazia molto tra l’horror (“Light Out” e “Annabelle 2”) e l’action (“Shazam” 1 & 2). Questo è servito perché la struttura da videogame del film in cui c’è un continuo ricominciare ma sempre con espedienti differenti, pone le basi per spunti variegati sia nel campo dei film di paura sia in quelli più d’azione.

Tutto sommato lo scopo del film è creare paura con jumpscare, movimentare la scena per intrattenere e dare al pubblico piccoli indizi per svelare qualcosa di più grande e misterioso. Il film accetta tutto questo e regala al pubblico una moltitudine di elementi e spunti con la (buona e funzionale) scusa che a ogni riavvio ecco che il nemico di turno contro cui sopravvivere si presenta ai nostri protagonisti in maniera sempre differente.

Non solo si riesce a intrattenere il pubblico in maniera divertente e variegata ma il continuo passaggio tra momenti puramente di spavento creati con ottima atmosfera d’attesa e altri in cui si corre all’impazzata, riescono a portare a termine un film che si presentava con la classica struttura da film adolescenziale senza tante pretese. Anche gli affezionati alla fonte di partenza, il videogame Sony, troveranno alcuni rimandi così da ritrovare qualcosa che già conoscono almeno nella sua parte più estetica.

Ovviamente non è privo di difetti; il videogame stesso affronta un lungo esame della sopravvivenza attraverso le decisioni del giocatore stesso e lungo il percorso sono presenti molti momenti introspettivi e drammatici. Il film quindi manca nel centrare tutta quella parte più drammatica anche legata ai conflitti interiori degli stessi personaggi che rimangono appena accennati e legati a piccoli momenti. Lo stesso cast, seppur di ottima resa, si porta dietro quel classico effetto da personaggi di poco conto, troppo giovani e caratterizzati in modo banale e classico per renderli davvero interessanti al di là del loro fine di essere sacrificabili. 

Rimane però un film che se messo a confronto con altri dello stesso genere riesce  a distinguersi su molti fronti, uno su tutti l’intrattenimento e una varietà di spunti, seppur mantenendo saldi alcuni difetti che sono proprio appartenenti a tale genere cinematografico.

Andrea Arcuri