A mali estremi estremi rimedi. Una coppia di cugine che vivono nello stesso condominio, Clara e Federica, diventeranno complici di un misfatto alla luce del sole. Dopo sogni professionali infranti ed essersi accontentate per troppo tempo di briciole, racimolando qualche vantaggio economico assistendo e svolgendo qualche commissione per gli anziani condomini. Un giorno una notizia di cronaca fa venire loro una brillante idea. Cercare di fare morire uno a uno gli anziani vicini, tutti soli e senza figli che possono controllare, per potersi appropriare delle loro laute pensioni e fare finalmente la bella vita. Sembrerà un gioco da ragazze che non infliggerà troppo male. In fondo se in vita nessuno si è interessato di questi vecchietti a chi dovrebbe importare che fine hanno fatto da morti. Invece per entrambe, la loro dipartita, potrebbe significare una svolta. Due attrici in scena, affiatate e complici, che sanno utilizzare i tempi comici con molta disinvoltura. Le battute ad effetto suscitano la giusta ilarità. Il testo gioca con i luoghi comuni della società odierna prendendo a prestito manie, usi e costumi ai tempi dei social, dove conta più l’apparenza della sostanza. Un tentativo maldestro di emulare chi ha saputo vincere la partita contro lo Stato che ce la mette proprio tutta per ostacolare chi è vivo e spogliare di tutto chi è morto. In questa grama vita c’è e sempre più bisogno di un piano b, di un modo per aggirare la legge, di uno escamotage per vincere una partita che sulla carta sembra già spacciata prima di essere giocata. Stato 1 cittadino zero è un risultato che può e deve essere ribaltato.
E se ci deve andare di mezzo qualcuno che sia almeno solo e vecchio in modo da non suscitare troppi sospetti. Eppure, la vita ha sempre più fantasia di tutti ma soprattutto quello che sembra logico e lineare non lo è mai per davvero.
Chi voleva ingannare e farla franca pensando di essere più scaltro dovrà invece rendersi conto che c è sempre qualcosa che si può mettere di traverso tra sé stessi e la felicità. Un testo esilarante, recitato con brio, che trascina il pubblico facendolo divertire e anche riflettere un po’ sulla società di immagine e apparenza che rende schiavi di un effimero che tralascia la sostanza delle cose importanti.
Se proprio si deve trovare un difetto, ma questo rappresenta davvero un piccolo neo, è l’ eccessivo numero di stacchi che rendono un po’ troppo frammentato lo spettacolo. Le due attrici in scena, Luciana Ussi Alzati e Barbara Bertato, dimostrano di avere tanta esperienza e fanno divertire con naturalezza, trasferendo la sensazione che sia tutto vero. Un racconto così paradossale che potrebbe proprio succedere. Quando si è provato tutto non rimane che commettere piccoli omicidi condominiali. Per smettere di sopravvivere e provare a vivere, non importa se a scapito di qualcun’altro. Mors tua vita mea.
Virna Castiglioni per Global Story Telling