Tre case, tre ragazzi, lo stesso obiettivo: vincere il concorso per un posto da impiegato nell’ufficio legale del Comune. Solo per uno di loro si realizzerà il sogno di una vita, fin quando le cose non prenderanno una piega inaspettata.
I Sansoni, fratelli siciliani hanno un pubblico molto ampio che li segue sia tramite i social ia grazie a loro tour teatrali come “Fratelli… ma non troppo!” (2022) e “Sogno a tempo determinato” (2023/2024). Come molti altri fenomeni del web fanno della satira il loro punto fermo soprattutto legato alla contrapposizione tra Nord e Sud, la ricerca del posto fisso e altri aspetti che ben si prestano alla comicità ma sempre con quel fondo di morale o insegnamento. Per il loro esordio sul grande schermo scelgono di prendere un grande argomento che tocca il sociale cioè la ricerca del posto fisso tra le tante raccomandazioni…presunte.
È ovvio che il modello di riferimento è quello del duo comico Ficarra e Picone in cui proprio nel loro esordio “Nati stanchi” del 2002 andavano a sabotare i concorsi pubblici per godersi la bella vita ma sono presenti anche aspetti portati al cinema da Checco Zalone che voleva rimanere mantenuto a vita e ricercava il posto fisso in “Quo vado?”. Gli esempi su cui i fratelli siciliano prendono spunto, omaggiano o cercano di partire per fare una loro storia sono tantissimi e basarsi solo su una differenza di comicità tra I Sansoni, il gruppo The Jackal o altri è forse troppo poco.
In questo caso sembra che i giovani d’oggi vogliono non solo adagiarsi su aspetti sicuri come il lavoro garantito o la protezione dei genitori opprimente ma vista la grande apertura culturale e l’informazione a 360° ecco che si vuole viaggiare all’estero, reclamare la propria libertà e indipendenza uscendo dal guscio genitoriale e farsi protagonista delle proprie scelte. Per fare questo si prendono i soliti luoghi comuni sulla mafia, le raccomandazioni e la politica per prendere spunto per la battuta facile e d’effetto anche se poi a livello di trama c’è una certa superficialità e banalità di fondo. Anche il finale, molto consolatorio e semplice nei suoi risvolti non riesce a essere incisivo neanche quando proclama proseliti altisonanti e discorsi ispirati.
I Sansoni in definitiva portano la loro comicità dal piccolo schermo di un video di youtube o da una sala teatrale al pubblico più ampio del mezzo cinematografico ma senza modificare nulla e soprattutto senza rischiare niente. Recitano i loro classici personaggi, usano gli stessi tempi comici e replicano le situazioni che diventano allungate vista la necessità di arrivare ai classici 90 minuti di durata. Bisogna sempre ricordare che ogni mezzo espressivo necessità di un modo di dialogare differente, usare lo stesso mood di youtube per il grande schermo ne paga delle conseguenze disastrose in termini di ritmo e significato soprattutto se si sceglie di rimanere fedeli al proprio stile e non capire o voler accettare tali differenze.
Il pubblico di affezionati verrà sicuramente soddisfatto e troverà piacere nel vederli al cinema in una storia che tutto sommato risulta piacevole e scorrevole senza mai annoiare ma cercando sempre di trovare la battuta e la situazione goliardica e simpatica per creare movimento continuo. ” E poi si vede ” è mirato nell’attirare a se tale pubblico e soddisfarlo come meglio riesce nel suo minimo sforzo. Certo poi si poteva anche attirare qualcuno di nuovo che magari nella vasta proposta di film al cinema, quando il sabato sera non troverà posto in altre sale, andrà a ripiegare la propria scelta su questo prodotto. Dubito però che dopo la visione ne rimarranno soddisfatti e piacevolmente sorpresi.
Andrea Arcuri