“Gen” è un ritratto delicato, rispettoso, pulito e gioioso di una parte di popolazione che ha come principale desiderio di vita quello di poter diventare genitore oppure quello di rinascere come persona, di farsi chiamare con un nuovo nome che sia vessillo di libertà e liberazione da un corpo sbagliato che, come un carceriere, ha tenuto imprigionato il vero io.
Il Dr. Maurizio Bini, con la sua quarantennale esperienza nella professione medica, unita ad una spiccata sensibilità non è solamente un bravo e competente clinico ma soprattutto un buon mentore ed è il vero assoluto protagonista della narrazione.
Colto, umile, capo ispiratore e motivazionale per la sua equipe, è a capo di due servizi pubblici estremamente delicati. Solo in apparenza opposti perché così possono sembrare di primo acchito, il servizio di procreazione assistita e quello dell’ adeguamento di genere. In realtà sono nel profondo simili, sebbene differenti, perché entrambi hanno come ultimo scopo quello di contribuire a fare nascere nuove persone. Seimila nuovi esseri umani hanno visto la luce grazie alle cure di questo medico illuminato che combatte contro i lacci e i lacciuoli di una burocrazia cieca che non si pone sempre l’obiettivo del benessere ultimo e supremo per un essere umano ma si erge, troppo spesso, a giudice imparziale, senza tenere conto delle innumerevoli varianti che incidono quando si maneggia materiale vivente che è, per sua natura intrinseca, estremamente complesso e variabile. Per esempio quando non si capisce che i lavori di ristrutturazione dell’ospedale che ospita anche il laboratorio di fecondazione assistita eterologa non possono essere compatibili in orario di apertura. Un servizio di estrema precisione e di enorme responsabilità etica che la minima vibrazione esterna potrebbe compromettere vanificando anni e anni di fatica, ricerca, desiderio e speranze umane.
Profondo ascoltatore e mai censore dei bisogni altrui il Dr. Bini è il confidente e l’amico prima di essere il medico che deve decidere la cura tenendo in conto tutto il contesto circostante.
La regia, dal taglio documentaristico, fa un salto di qualità insistendo nel mettere in luce le straordinarie capacità umane di questo stimato professionista, sempre in bilico fra il fare qualcosa di consentito dalla legge ma anche conscio di doversi spingersi al bordo per ricercare un sentiero fuori traccia se può essere l’optimum in quel momento per colui che si ha di fronte ed esprime un bisogno impellente ed è alla ricerca di una soluzione che possa lenire il forte disagio percepito.
Documentario mai asettico, mai denso solo di fatti ma sempre molto intriso di emotività. La commozione è dietro l’angolo ogni volta che un paziente si accomoda alla scrivania di fronte al Dr. Bini, dottore di speranza e di felicità. Una felicità che per diventare concreta deve crescere al pari della pancia. Per poter essere certi di essere giunti dall’altra parte, sani e salvi, bisogna saper dosare entusiasmo e impazienza.
Il passaggio di testimone con le nuove generazioni che si troveranno a svolgere la professione medica, sempre più aiutati dal progresso scientifico e dalla tecnologia, è il messaggio più importante che Gen lascia allo spettatore regalandogli una dose di fiducia da accordare al sistema sanitario nazionale pubblico, costituito da tante preziose persone che hanno fatto del loro lavoro una missione.
Virna Castiglioni per Global Story Telling