Il brano, segnato da atmosfere eteree che chiamano in causa Angelo Badalamenti, Lana Del Rey, Portishead, David Bowie è la prima traccia di un concept album che vedrà la luce nei prossimi mesi.
“Starlet è nata nelle note dell’iPhone, in un pub chiamato le P’tit Bar, quando ho visitato Montreal la prima volta – spiega Anna Haze – l’idea di poter essere ciò che sognavo da bambina ha iniziato ad agitarmisi davanti senza che però potessi mai davvero allungare la mano e stringerla”.
Una strofa recita “The scene is lit but nothing’s real”: “Eppure è quell’irrealtà fiammeggiante l’unico posto possibile in cui esistere – continua Anna – non potevo che rendere “Starlet” l’inno, o quantomeno il preludio, del futuro album: l’esposizione del suo personaggio principale, in un certo senso. Vengo dal cinema, dopo tutto”.
Anna Haze ha iniziato come fotografa quando frequentava il DAMS di Firenze, nella convinzione che tutto ciò a cui aveva sempre ambito non fosse per lei: la pittura, il cinema, il rock. Siccome si può scappare da se stessi solo fino a un certo punto, queste cose hanno cominciato a rientrare dalla finestra. La musica, la più importante, la più intoccabile, per ultima.
Mentre si laureava in Film Production a Montreal, Anna progettava il suo mazzo di tarocchi, e iniziava a mostrarsi sui social, dove tratta di arte, libri, estetica, profumi. “Poi mi sono armata di una Squier Jazzmaster rosa e ho finalmente preso a dare una melodia alle decine di testi scritti negli anni passati”.
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