Dalle ombre verdeggianti del mistico sud, Cammie Beverly emerge con il suo album di debutto solista: “House Of Grief”. Il primo singolo omonimo ha offerto un’odissea di pop oscuro ricamato con trame gotiche del sud, ritmi alt-pop e increspature di dark wave che invitano gli ascoltatori nel suo regno evocativo.
L’album si apre con il singolo “ House of Grief ” dove troviamo assoluta protagonista la voce soave della cantante che ci accompagna in un viaggio fortemente emotivo. Una ballata semplice dove la musica ha la funzione di accompagnamento con un rullo di batteria appena accennato e poche divagazioni. Forse leggermente troppo monotona a livello di testo ma ascoltare Cammie rimane sempre un grande piacere. Ecco arrivare “ For the sake of being ” che possiede una magnetica cadenza strumentale fin dall’inizio. Siamo ad ascoltare un brano sicuramente più ostico del precedente in termini di armonia e di quella capacità di attirare il pubblico. Una canzone che sembra più sperimentale dettata da un sound costante e ridondante e uno stile di canto languido e sentito. Potrebbe non piacere a tutti pur rimanendo tecnicamente impeccabile. Si procede con ” Running ” e ritorna quel sound più fortemente emotivo che proviene dall’anima di Cammie. Accompagnata da uno struggente pianoforte, la cantante ci regala una performance sentita, vibrante e commovente . E’ il momento di “ Parafin ” che cerca ancora di riproporre quel senso mistico e intimo dell’artista. Forse più movimentata e variegata nei toni rispetto alla precedente così da creare una leggera diversità almeno di cadenza. Il mix tra musica e canto risulta ben realizzato e Cammie arriva dritta alla nostra anima.
” Another Room ” parte più sostenuta e ritmica ma sempre con quel sottofondo ipnotico che l’artista mette nei suoi brani. Piena di cambi di stile, accelerazioni, suoni distorti, sovrasti e virtuosismi risulta essere la più estrema e sperimentale di questa pubblicazione. Decisamente non per tutti i gusti ma sempre magnifica per la sua espressione artistica di altissimo livello. ” Rivers ” ha la sua forza attrattiva maggiore nell’uso della chitarra che genera un suono costante, insinuoso e di forte impatto. Il canto di Cammie è una nenia sentita e ispirata che accompagna il suono in modo discreto ma significativo. L’album si chiude con ” Kiss Of The Moon ” dove l’artista ripropone il suo sound con cadenza abbastanza classica. Ottima nell’esecuzione, forse troppo simile ad altre già ascoltate nel corso dell’ascolto ma rimane uno stile unico e difficile da imitare.
House of Grief
For the sake of being
Running
Parafin
Another Room
Rivers
Kiss Of The Moon
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Andrea Arcuri
CAMMIE BEVERLY – ” House of Grief ” – Recensione in Anteprima. Disponibile in vendita.
22 Feb, 2025
