La serie è una co-produzione Rai Fiction e Cross Production e torna con la Sesta Stagione per la Regia di SIMONE SPADA in 4 serate da 100 minuti in onda dal 19 febbraio alle ore 21.25 su Rai 2.
Rocco Schiavone è un personaggio letterario, protagonista dei romanzi polizieschi scritti da Antonio Manzini.
Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le sue funzioni nella città di Aosta.
Rocco Schiavone è sarcastico, nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta. Però ha talento.
Trasferito nel capoluogo valdostano per motivi disciplinari, è un uomo con un senso etico tutto personale, che raramente coincide con quello che un poliziotto dovrebbe avere. È sboccato, brusco e le sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Un uomo con un passato oscuro, con molti scheletri nell’armadio.
Nato a Trastevere negli anni ’70, in un piccolo appartamento in via delle Mantellate, quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta dei turisti e degli investitori americani, figlio di operai, Schiavone è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici del cuore, Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo i suoi amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha intaccato il loro affetto e soprattutto il rispetto reciproco. Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui farebbe dire il contrario.
C’è solo una persona al mondo che riesce a penetrare la scorza dura che Rocco si è costruito intorno: Marina, sua moglie. O meglio, la donna che era sua moglie. Che lo è stata fino al 7 luglio del 2007, giorno terribile nella vita di Rocco, nel quale la sua esistenza ha cambiato rotta, si è incrinata e, come un vaso di valore, non ha più potuto riprendere lo splendore di un tempo. Ma Marina continua a vivere nella mente di Rocco, che la vede viva e più bella che mai accanto a sé tutte le sere quando torna a casa. E la presenza della donna è l’unica cosa che rende sopportabile a Rocco la vita ad Aosta; l’unica cosa che riesce, in qualche modo, a colmare la nostalgia per Roma, per gli amici di sempre, per la sua vecchia vita.
SINOSSI DI STAGIONE 6
Per Rocco Schiavone non è facile tornare a svolgere i propri compiti di vicequestore di Aosta, soprattutto da quando deve convivere con la consapevolezza del tradimento dell’amico Sebastiano, responsabile della morte della moglie Marina. Rocco è intrappolato in una solitudine profonda e spesso sente di doversi caricare il peso del mondo sulle spalle. Così, per sfuggire al proprio passato, si butta nel lavoro occupandosi della morte di un giovane precipitato da un burrone in alta montagna.
La dinamica del presunto incidente non convince Rocco che indaga su tre giovani altolocati in vacanza con la vittima che nascondono la verità sull’accaduto. Ma Rocco, abituato a districarsi tra le bugie, scova il colpevole rapidamente, giusto in tempo per correre verso per la capitale dove lo attendono per testimoniare al processo contro Mastrodomenico, il dirigente degli Interni implicato nell’affaire Baiocchi. Rocco si trova così di nuovo faccia a faccia con i propri fantasmi: con il ricordo della morte di Marina, con il tradimento dell’amico Sebastiano e con il doppio gioco dell’ispettrice Rispoli, di cui si fidava e che rivede in tribunale dopo molto tempo.
Con il cuore pesante, Rocco cammina per le strade della sua città che ora gli sembra estranea e anche il ritrovo con gli amici di sempre, Brizio e Furio, non ha più lo stesso sapore. Furio, infatti, sconvolto dalla verità su Sebastiano, desidera vendetta ma Rocco lo esorta a lasciar perdere.
Di ritorno ad Aosta, Schiavone viene subito chiamato sul campo: nel bosco di Saint Nicolas sono state rinvenute ossa appartenenti a un bambino. La scoperta scuote tutta la squadra che si dedica anima e corpo alle indagini per dare un nome a quei resti. Perfino l’agente Italo Pierron si dà da fare, nonostante da tempo trascuri il proprio lavoro a causa del gioco d’azzardo, il losco giro di partite truccate che lo ha trasformato da vittima a carnefice. Rocco, infatti, non si fida più di lui, convinto che prima o poi Italo farà una brutta fine.
Dopo giorni di lavoro, finalmente, si scopre l’identità del bambino: Mirko Sensini, scomparso da Ivrea sei anni prima. La notizia sconvolge la madre, Amalia, e lo zio, Roberto. Le indagini si concentrano sulla pista di una violenza subita dalla vittima e gli agenti scandagliano la fitta rete di chat pedofile online in cerca di un collegamento con Mirko. Decifrare quelle conversazioni e svelare le identità degli utenti è cruciale per trovare i responsabili.
Tuttavia, la distanza temporale rende il caso molto complesso, così Rocco e Antonio decidono di recarsi a Ivrea per ricostruire gli ultimi spostamenti di Mirko, confrontandosi anche con lo zio.
Grazie alla collaborazione di tutta la squadra e ad alcune brillanti intuizioni di Schiavone, i colpevoli di questo crudele omicidio acquistano un volto, ma perfino l’epilogo della vicenda si rivela sconvolgente.
Rocco avrebbe bisogno di staccare e riprendere fiato dopo la risoluzione di un caso del genere, ma viene raggiunto da una telefonata improvvisa di Brizio che gli comunica che Furio è partito per il Sudamerica alla ricerca di Sebastiano. Temendo il peggio, Rocco e Brizio non hanno altra scelta che partire anche loro nella speranza di trovare Furio prima che sia troppo tardi. In un paese straniero, con pochi contatti e indizi, non è facile mettersi sulle tracce dell’amico misteriosamente scomparso, così Rocco deve appellarsi alle proprie capacità investigative per venirne a capo.
Quando finalmente i tre amici si riuniscono, decidono di finire il viaggio insieme.
Di nuovo in viaggio, Rocco è consumato da pensieri e dubbi. Un’amara malinconia lo pervade e si domanda se riuscirà, questa volta, a chiudere per sempre con il proprio passato.