Dopo aver incontrato il neo eletto Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross, Sam si ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale. Deve scoprire le ragioni di un efferato complotto globale prima che il vero responsabile faccia scattare un allarme rosso in tutto il mondo.
Il nuovo film del MCU arriva dopo una serie di insuccessi commerciali o film che non hanno conquistato del tutto il pubblico. C’è voglia di rialzarsi, di riprendere a far appassionare i fan più accaniti ai supereroi e in generale a quel genere di pellicole seriali che fanno parte di un grande universo più ampio. Questo nuovo capitolo ha il compito non solo di attirare spettatori ma di convincerli che ci sono ancora tante storie da raccontare basate su personaggi che già abbiamo visto o che ancora non conosciamo.
Su questo preciso aspetto ecco che il film trova una motivazione valida il fatto che il quarto capitolo dedicato a Cap America gioca sul sicuro rischiando molto poco a livello estetico e narrativo e puntando su tematiche che già in passato avevano attirato molto pubblico. La politica e tutta la componente riguardo allo spionaggio era stato portato in auge dai Fratelli Russo in “The Winter Soldier” così da far passare con forte convinzione che i film dei supereroi possono essere maturi e d’impegno con storie non necessariamente legate solo al tipici villain di turno con una serie di scene action senza tanto impegno o puntando sulla componente comica. “Brave New World” riprende con forza questo aspetto e crea una storia intricata, fatta di discussioni su aspetti di sicurezza nazionale e informazioni riservate. Il film però ripropone uno schematismo già visto e tutto sommato il gioco politico si scopre abbastanza facilmente con una storia non molto originale che non lascia il segno.
Anche a livello narrativo la situazione viene resa in modo rassicurante e classica. Abbiamo così riproposta la scena action iniziale che serve per introdurre personaggi tra cui il nuovo Cap in azione, l’agente Torres futuro Falcon e l’enigmatico Seth Voelker interpretato da Giancarlo Esposito che lascia sempre il segno con grande carisma. Si passa poi a presentare il nuovo Presidente Ross di Harrison Ford che presenta quello che sembra essere un piano pacifico per unire il mondo ma è anche il momento giusto per aggiungere altri fattori e personaggi così da permettere a Cap e Falcon di entrare in azione. Nella sua parte centrale ecco arrivare il momento di rivelare il villain di turno e una scena action di forte impatto per procedere in maniera veloce verso la scena finale che rivela il personaggio più atteso di tutti: Hulk Rosso. Come detto, nulla di nuovo e rivoluzionario per un film che regala al pubblico, amante dei film di supereroi qualcosa di semplice e diretto, facile da seguire e senza divagazioni varie che possano spiazzare. Anche le scene d’azione e in particolare quella che vede scontrarsi Cap con Red Hulk non è così memorabile e si conclude in maniera abbastanza prevedibile.
La MARVEL ha deciso di giocare sul sicuro sotto tutti gli aspetti per cercare, come primo obiettivo, di far appassionare di nuovo il pubblico a questo genere che ultimamente ha perso qualche consenso di troppo che si traduce in incassi minori. Questo film certo regala piccole sorprese in termini di volti noti che si fanno vedere per un attimo, aggiunge qualche nuovo personaggio con l’intenzione di inserirlo in futuro e ci attira con qualcosa che però risulta già visto e affrontato meglio. Possiamo certo capire la MARVEL che guarda continuamente al passato andando anche a recuperare volti noti e che si sia un po’ scoraggiata dalla poca accettazione degli ultimi film ma speriamo davvero che si spinga al futuro con più convinzione e decisamente meglio in termini di cura dei propri lavori perché alla fine, l’effetto stanchezza potrebbe prevalere in ogni caso.
Andrea Arcuri