Una potente donna d’affari mette a repentaglio la sua vita professionale e personale nel momento in cui intraprende una relazione segreta e intensa con il suo giovane assistente.Per questo ruolo Nicole Kidman ha vinto la Coppa Volpi come Miglior Attrice al Festival del Cinema di Venezia, e ottenuto una candidatura ai Golden Globe Awards.
Il tema centrale del film è abbastanza chiaro e poco nascosto nella metafora del sesso estremo tra una donna in carriera e un giovane stagista. Il desiderio e la dinamica tra chi davvero ha potere in una relazione e nel lavoro è il suo centro e per fare questo mette in scena una storia provocatoria con un amore impossibile, libertino e vietato. Per farlo però usa molta estetica elegante e tranne un paio di momenti estremi riguardo proprio l’affermazione del potere, rimane sempre ben controllato e dentro certi cardini per arrivare ad un pubblico ampio.
Quello su cui davvero potremmo dire che si spinge maggiormente è il voler affermare che per poter crescere si debba passare dalla liberazione delle proprie pulsioni sessuali e giustificando anche alcune perversioni. La donna non è mai stata così libera e quello che viene definitivo il vero femminismo non è solo nel ricoprire ruoli di potere al lavoro ma anche sentirsi libera di fare quello che si vuole sotto le coperte del letto senza aver paura di cavalcare il pensiero che una donna, proprio nel suo intimo, vuole qualcuno che la comanda e la domini.
Tutto questo spinge certo alla discussione nel pubblico rivelando quali siano le pulsioni sessuali di ognuno ma purtroppo il film perde la sua presa in alcuni passaggi. Proprio per la sua natura in fin dei conti controllata e per il grande pubblico, supera in alcuni momenti la credibilità e sfora nel ridicolo a causa di dialoghi non così intelligenti e momenti imbarazzanti legati ad un climax poco ispirato. Si sforza di essere audace e spinto ma non ci riesce e rimane quel senso di incompiuto.
In tutto questo c’è Nicole Kidman vincitrice della Coppa Volpi all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia proprio per questo film. La sua è certo un interpretazione di talento e tanto coraggiosa per essersi messa a nuda anche se in verità, a livello fisico, solo in un fugace momento ma soprattutto per la figura di una donna tenace ma anche fragile per aspetti più intimi. Rimane una bella vetrina per l’attrice che interpreta ancora una volta una donna complicata ma proprio per la sua realizzazione molto trattenuta, tale premio sembra più di circostanza per un’attrice in un ruolo “estremo” quasi fosse un obbligo renderle omaggio e rispetto.
Andrea Arcuri