” Air Force One Down ” – Recensione. Disponibile su Paramount+

4 Gen, 2025

Nel suo primo incarico con la Air Force One, l’agente Miles dei Servizi Segreti affronta una prova estrema quando dei terroristi dirottano l’aereo e prendono di mira il presidente. 

Premessa: bisogna avvicinarsi alla visione di questo film con il giusto approccio. Solo evitando di farsi troppe domande sulla credibilità o aspettarsi qualcosa di alto livello con risvolti drammatici, si potrà apprezzarlo appieno ed evitare di passare tutto il tempo in un continuo e inutile lamento per i tanti difetti, incongruenze, mancanze di inventiva e tanto altro. 

Siamo quindi a guardare un film action di quelli stereotipati dove i buoni sono solo integerrimi e leali al dovere e i cattivi…hanno l’accento Russo. La narrazione è volutamente approssimativa con avvenimenti che spaziano dall’improbabile all’assurdo e dove sappiamo benissimo chi sarà il prossimo a morire e chi alla fine si salverà. Possiamo dire che tutto questo è rassicurante perché in fin dei conti questo genere di action molto anni ’80 vuole dare al suo pubblico esattamente quello che gli promette senza fronzoli, divagazioni inutili o ricerca di tenere l’attenzione con complicazioni mentre lo si guarda.

Se preso in quest’ottica allora ” Air Force One Down ” risulta divertente e avvincente con un’eroina tanto bella (ovviamente sempre ben truccata, pettinata e molto sexy) quanto tosta (nel senso che non c’è nessun energumeno alto due metri che possa batterla) e dove le sequenze d’azione sono semplici ma ben realizzate. Anche il suo essere film di basso budget (non stiamo certo parlando di “Air Force One ” con Harrison Ford) è una consapevolezza che sa di avere e a cui rimane fedele in modo coerente ma sfruttando quel poco che possiede nel migliore dei modi ad esempio vogliamo nominare una lunga sequenza nel prefinale che sembra presa dai migliori videogame di sparatorie con la telecamera a spalla che segue l’azione in maniera davvero ottima trasmettendo un altissimo senso di adrenalina in crescendo. 

Purtroppo nella parte centrale perde quello che era lo spunto iniziale decisamente più interessante e facendo così ne abbassa in parte il ritmo. Detto questo però riesce a riprendersi nel prefinale e grazie ad una durata contenuta, ecco che si arriva alla conclusione senza nemmeno che ce ne accorgiamo e in maniera spensierata possiamo dire di non esserci annoiati quasi per niente. 

Andrea Arcuri