Durante le feste di Natale, le strade e le piste di Cortina si popolano dei personaggi più diversi. Tra di loro Lucio De Roberti, un irresistibile viveur che tenta di salvare il nipote da un matrimonio disastroso; Dino Doni, una stella musicale ormai spenta, alla ricerca di riscatto e soprattutto dell’amore di sua figlia; e Patrizia Giordano, una vulcanica discografica alle prese con il rischio di fallimento.
Si ritorna dove tutto è iniziato nella innevata Cortina con Christian De Sica unico “superstite” del tempo che fù di un cinema ormai lontano. Ci si basa ancora su una comicità degli equivoci di voler apparire Signori d’alta borghesia senza poterlo essere davvero, sparisce la nudità e solo piccoli accenni alle corna tra amanti e rimane un po’ di volgarità soprattutto nei turpiloqui di De Sica.
Una serie di personaggi, macchiette della nostra società sui quali svetta ovviamente il Lucio De Roberti di Christian De Sica sempre squattrinato e donnaiolo a cui si vuole associare volti noti di giovani (Beatrice Modica e Ernesto D’Argenio) attori ma anche volti più conosciuti della comicità italiana come Isabella Ferrari, Paolo Calabresi e Lillo Petrolo.
Ovviamente tutti vogliono primeggiare e arrivare al proprio obiettivo che vede sempre il connubio soldi & donne e per farlo si usano i mezzi più bassi a livello morale e una trama che rasenta la sottigliezza totale. Nulla di nuovo si potrebbe dire ma dispiace vedere nuovamente che ogni momento e ogni ricerca di conclusione nel voler far ridere arriva con una parolaccia o una caduta rovinosa. Solo in un breve frangente che vede nel mezzo Paolo Calabresi, mafioso russo, nel gioco delle cinque dita da non prendere con un coltello che la scrittura e un ricerca davvero arguta viene fuori.
Quello che dispiace è che a continuare a fare film di questo filone artistico si tiene il peggio e si lascia da parte una parte considerevole di quello che davvero aveva conquistato il pubblico. Le volgarità sempre e in ogni occasione fanno ridere ma se li ascolti per la terza o quarta volta è inevitabile che perdono il loro effetto. Quello che i primi film facevano era puntare su aspetti della società ormai considerati tabù come la presa in giro delle persone di diversa etnia e la messa in scena della donna poco o per niente vestita dove spesso ci scappava un topless, una tetta qua e là e tutti.
“Cortina Express” edulcora tutto questo e diventa politically correct non distinguendosi per niente con l’andamento di tutte le commedie italiane. Se prima era solo la coppia Boldi-De Sica a fare commedia per il grande schermo, ora siamo sommersi da youtuber / comici / teatranti da stand-up che portano il loro modo di far ridere al grande pubblico o almeno ci provano. Puntare solo a voler rendere omaggio al passato con un’alternanza di scene e dinamiche decisamente familiari lasciando da parte un certo tratto distintivo rende il film poco originale e quindi destinato a confondersi con gli altri.
Andrea Arcuri