” Better Man ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dall’1 Gennaio 2025 .

19 Dic, 2024

Better Man è la storia vera dell’ascesa fulminante, della drammatica caduta e della straordinaria rinascita della superstar del pop britannico Robbie Williams.Con la visionaria regia di Michael Gracey (The Greatest Showman), il film è raccontato in modo unico dal punto di vista di Williams, facendo trasparire la sua caratteristica ironia e il suo stile inimitabile.

Siamo di fronte ad un biopic non convenzionale, un musical realizzato in modo non classico, un film che intrattiene in maniera non lineare e una componente drammatica senza mai essere melodrammatica. Insomma la scelta estetica e narrativa dettata dal regista e certamente dal cantante riesce a dare ad un film che poteva essere reso in modo classico ma che regala un raro senso di novità a quest’opera.

“Better Man” offre 134 minuti di coinvolgimento perché prima di tutto prende due generi cinematografici che hanno specifici cardini come i numeri musicali sempre più grandi (nei musical) oppure la glorificazione del personaggio scelto (nei biopic) e cambia le carte andando a sovvertire rompendo tali regole.

Certamente “Better Man” è un viaggio nei ricordi di Williams attraverso una luce colorate e veloce che intrattiene e stordisce ma che non rinuncia a rovinose cadute e a mostrare gli abissi più bui della solitudine, della dipendenza e del confronto verso se stessi.

La parte coreografica di Michael Gracey è ancora più avvincente del suo precedente film (“The Greatest Showman”) riuscendo a spingere sul divertimento e l’originalità. Le hits più famose di Williams vengono messe in scena con numeri musicali tramite espedienti sempre diversi da loro (sei numeri musicali, nessuno simile a quello precedente) e con grande capacità espressiva. il regista però non dimentica mai il fatto che questo viaggio è un’allegoria, una metafora della dipendenza al successo (e non solo) che viene resa sottile in alcuni passaggi ma dirompente e senza mezzi termini in altri.

Il fatto che Robbie Williams venga reso come una scimmia CGI potrebbe creare un effetto straniante nel pubblico ma tale aspetto è legato solo alla visione dei trailer e quindi in maniera preventiva alla visione. Non appena il film inizia e ci si ritrova a fissare gli occhi speranzosi di questa scimmia, a saltare con lui per l’entusiasmo e a sentirsi minacciato ripetutamente da scimmie paurose, ecco che tutto trova una sua collocazione in perfetto equilibrio nella messa in scena.

Andrea Arcuri