” Conclave ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 19 Dicembre 2024.

15 Dic, 2024

Dal regista premio Oscar Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte occidentale), il film ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: l’elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto Papa, il Cardinale Lawrence è incaricato di dirigere questo delicato processo. Riuniti nelle sale del Vaticano, Lawrence e gli altri Cardinali si ritrovano intrappolati in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere con un oscuro segreto che minaccia di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa.

Superate il concetto religioso, sorvolate sul contesto e lasciate fuori dal cinema ogni pregiudizio riguardo la chiesa. ” Conclave ” risulta uno dei thriller più avvincenti che visti negli ultimi anni. La tensione rimane altissima, grazie ad un uso della colonna sonora al cardiopalma, e i vari cambiamenti tra i rapporti dei personaggi viene reso in modo drammatico e credibile. Ne viene fuori un gioco di politica serrato e tanto intrigante che il contesto scelto è un’aggiunta e non una distrazione. Lungo le oltre due ore di durata non c’è mai un momento di stanca e sebbene alcuni passaggi possono risultare forzati o prevedibili, ecco che tale aspetto viene in mente magari dopo la visione ma nel momento esatto in cui si sta guardando il film, si rimane totalmente da ogni singolo momento.

L’estetica non è da meno. Berger costruisce il film con passaggi registici che ne amplificano la drammaticità quando serve e regala stacchi e immagini sublimi nel momento esatto in cui è necessaria una distensione. Gli stessi personaggi regalano al pubblico modifiche di comportamento sempre coerenti ma ben dosate soprattutto legate alla ricerca del potere e dei voti degli altri Cardinali. Abbiamo quindi Ralph Fiennes chiamato ad amministrare il Conclave, ma anche il film stesso, con momenti in cui sembra un investigatore mentre affronta alcuni dubbi sulla sua fede e ci regala piccole e sottili battute d’effetto. Stanley Tucci ha un ruolo preciso e calcolato capace di trasmettere in pochi passaggi un chiaro aspetto dell’animo umano sia in positivo (il suo pensiero nel diventare Papa) sia in negativo (il voler contrastare un altro candidato). Sergio Castellitto con pochi momenti sullo schermo e un paio di dialoghi estremamente pungenti risulta capace di lasciare il segno in modo indelebile.

Si arriva alla fine con tale accumulo di tensione che la conclusione risulta una vera liberazione distensiva anche se, è doveroso dirlo, potrebbe essere molto divisivo. Proprio il suo finale e un certo pensiero preventivo legato al contesto potrebbero essere gli unici limiti di un film dove tutto funziona e risulta ben curato. Si dimostra così che la capacità di tenere il pubblico va al di là dei generi ma sta tutto nella costruzione scelta e nella cura di ogni aspetto. ” Conclave ” si prende di diritto il posto tra i migliori thriller che si possano vedere da molto tempo, ci tengo a ribadire il concetto, e sarà sicuramente protagonista della prossima stagione dei premi, in caso non lo fosse sarebbe un gran …peccato !

Andrea Arcuri