” Freud – L’Ultima Analisi ” – Recensione in Anteprima. Al cinema dal 28 Novembre.

24 Nov, 2024

Alle soglie della Seconda Guerra Mondiale, Sigmund Freud invita C.S. Lewis in una conversazione intensa sull’amore, la famiglia e l’esistenza di Dio.

E’ evidente il fatto che la pellicola abbia in sé, neanche tanto nascosto, uno stile teatrale nell’impostazione e nella messa in scena. Pochi personaggi, contesti ridotti, lunghi dialoghi e ogni tanto qualche flashback raccontato e si poteva davvero puntare tutto su un discorso sull’esistenzialismo di contrasto tra Freud e Lewis. Invece proprio per il suo obbligo ad essere cinema e riempire la storia in maniera variegata ecco che spesso i discorsi lasciano spazio agli aneddoti e una descrizione del passato di queste figure storiche.

Le loro esperienze, per lo più tragiche, che hanno segnato i loro pensieri sono al centro della storia e viene dato poco spazio ai loro teoremi, credi e convinzioni che sono arrivate fino a noi.

Qualcuno potrebbe dire che ci si ritrova davanti a guardare due signori che litigano senza dire o fare nulla che alla fine possa cambiare le loro convinzioni ma non era questo il punto. Sebbene alla fine nessuno si sposti più di tanto e quindi anche il film sembri statico, lo scopo non era certo mettere in scena una sfida tra concetti ma esprimere gli stessi con arguzia attraverso i loro confronti.

Il regista Matthew Brown ci prova in tutti i modi a realizzare un film preciso nei dettagli, bello da vedere a livello estetico e variegato negli argomenti. Invece di lasciare Anthony Hopkins e Matthew Goode a duellare vivacemente e puntare sui dialoghi, si procede per strade generiche e schematiche tra flashback e rapporti complicati.

Rimane il piacere di vedere un film che punta (in parte) su prove attoriali di altissimo livello, su Anthony Hopkins che ha ancora la capacità di interpretare un personaggio con ferma convinzione e di vedere un film su una (presunta) storia mai raccontata.

Andrea Arcuri