Elphaba da sempre scacciata e isoltata per la sa carnagione verde e Glinda, popolare, bionda e angelica sono due giovani aspiranti streghe appena entrate nella prestigiosa università di stregoneria. Destinate a diventare rispettivamente, la Strega Cattiva dell’Ovest e la Strega Buona del Sud, le due giovani studentesse diventano grandi amiche. La loro è un’amicizia ostacolata dagli schemi corrotti del Regno ma quando Elphaba viene invitata nel palazzo del Mago di Oz, porta con sé la sua migliore amica.
L’adattamento cinematografico dell’omonimo musical dal 2003, basato sul romanzo ‘Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta’ di Gregory Maguire è diretto dal regista Jon M. Chu autore di molti successi commerciali. Il cast scelto è di altissimo profilo tra nomi illustri come Jeff Goldblum, Michelle Yeoh, la giovane promessa Cynthia Erivo e la scommessa (come attrice) Ariana Grande. Davanti a questi presupposti tra cast, regista e una storia universale ci si aspetta un grande evento e successo commerciale.
Per fortuna le attese non vengono meno e per una volta quello certi aspetti così ben calcolati, riescono ad allinearsi e creare vera magia e soprattutto convincendo su tantissimi aspetti.
Siamo dalle parti dei migliori musical come non se ne vedono da tanti anni al cinema dove la parte coreografica ed estetica è realizzata nel migliore dei modi con momenti convincenti e un tono che sa essere gioioso o cupo quando serve. Certo i colori pastello, le canzoni divertenti e la felicità di ognuno sono gli aspetti predominanti e solo verso la fine c’è un certo sentore di oscurità e vero conflitto che si vede all’orizzonte, speriamo la seconda parte possa esser maggiormente bilanciato nel raffigurare anche le parti più sgradevoli. Di questa prima parte ricorderemo sicuramente la grandiosità estetica e la bravura di tutto il cast con una menzione particolare all’aspetto più ironico di certi aspetti. Ariana Grande è stata una scommessa vinta non solo sul lato del canto, su quello non c’era dubbi, ma la sua verve comica nel prendersi in giro è perfetta. Anche Jonathan Bailey (Fiyero Tigelaar), bello e oggetto del desiderio delle due amiche, ha un momento in cui splende e riesce a regalarci una performance simpatica e autoironica. Infine possiamo dire che il mezzo cinematografica e la messa in scena sontuosa degli effetti speciali riesce ad amplificare le sensazioni dello spettacolo teatrale senza tradirne l’anima ma anzi aggiungendo aspetti interessanti.
Possiamo certo dire che il film esagera nel voler gridare e soprattutto cantare che essere diversi va bene e l’accettazione è la chiave di tutto, forse l’idea in questi ultimi anni viene un po’ troppo sfruttata. In tal senso il film (si) vende bene la sua idea e sicuramente riesce ad avere la giusta presa sugli ideali più moderni. In alcuni momenti poi quello che passa sullo schermo è talmente carico di effetti ricercati, di colori sgargianti e di dettagli che le performance vengono sovrastate soprattutto sul dolore di Elphaba che sentiamo solo in parte e si fa fatica a comprenderla fino in fondo al di là di una empatia superficiale.
Andrea Arcuri