” LE DÉLUGE – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 21 Novembre 2024

19 Nov, 2024

Quando si parla di Maria Antonietta e Luigi XVI vengono in mente merletti, alte parrucche, Versailles oppure la ghigliottina. Tra questi due estremi, c’è un tempo mai raccontato: i pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro figli vennero incarcerati in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. 

Siamo di fronte ad un film che per quanto voglia raccontare gli ultimi momenti di un tempo così importante per la Francia e per il mondo come la fine della monarchia, tale particolare momento storico viene affrontato in maniera piccola e intima con pochi attori in campo, fugaci momenti ben definiti e una focus sulle emozioni e meno sui fatti da raccontare. Così Luigi XVI e Maria Antonietta subiscono le conseguenze più profonde che si possono immaginare; non parliamo di torture o fustigazioni ma della privazione della servitù, dei cambi di abito e della possibilità di comandare. Saranno così costretti a fare i conti con il loro matrimonio travagliato e accettare, certo non con riluttanza, questa nuova situazione che li renderà più umani.

Sappiamo tutti come la storia si è conclusa ma questo non ci evita di fare un viaggio piacevole anche grazie alla mutazione dei personaggi messi in campo in maniera così interessante. Louis viene presentato come un sovrano molto confuso e remissivo riguardo quello che gli sta succedendo ma pian piano prende coscienza di sé, dei suoi limiti come uomo e sia avvia alla sua conclusione con dignità e forte presa emotiva. Marie-Antoinette passa dall’essere una regina viziata che non accetta questa situazione e le tante privazioni per poi tirare fuori la sua devozione alla famiglia con sacrificio profondo verso i suoi figli e un forte atto di amore verso il marito. 

Si vuole precisare che il film è basato sulle memorie dal diario del cameriere personale di Luigi, Jean-Baptiste Cléry, quindi tale raffigurazione potrebbe essere tendente a voler portare alla luce i due sovrani quasi come vittime innocenti della rivoluzione tralasciando i loro lati negativi che hanno portato la popolazione a ribellarsi. Chi si aspetta la classica raffigurazione di due tiranni oppure una raffigurazione dei cambiamenti della Francia in quel preciso e particolare momento storico, rimarrà deluso. Stesso discorso per la scelta di evitare qualsiasi eccesso o una chiave di lettura ironica o sbeffeggiante nei confronti della monarchia. 

Il film è più interessato al disagio e al conflitto intimo di due persone “normali” che sono costrette a fare i conti prima con sé stessi e poi con il proprio consorte per non parlare con la situazione politica che li circonda. Un film coerente e fedele che porta avanti con fierezza un discorso fortemente empatico a cui non siamo abituati perché ci risulta difficile creare empatia con un regnante ma alla fine riusciamo a farlo e capire i loro punti di vista grazie agli attori scelti, al regista Gianluca Jodice e allo stile scelto.   

Andrea Arcuri