La terza stagione ruota attorno al mondo musicale: a Carlo Verdone viene proposta la direzione artistica del Festival di Sanremo. La sua enorme cultura musicale rende Carlo la persona ideale per dare vita ad una kermesse all’insegna della competenza e dello spettacolo, senza contare che lui è indubbiamente tra i personaggi più amati del Paese.
Continua questo fortunato ma meritevole format fatto di riferimenti alla vita personale dell’artista con un mix di eventi inventati ma dove lo stile Carlo Verdone risulta ben riconoscibile pur senza i suoi particolari personaggi. La verve comica mai volgare e sempre votata all’ironia è leggera puntando sempre sulla capacità di usare la situazione artistica un pò incerta del regista/attore sul piano professionale e personale. Se nella prima puntata c’era la candidatura a Sindaco di Roma ora siamo a Sanremo e questo permette di creare situazioni goliardiche, divertenti con nuovi personaggi con cui interagire. Il tutto mentre la famiglia con i suoi disastri interni procede con la figlia Maddalena sfuggente che vuole andare a lavorare a Milano ma gli è appena nato un figlio mentre l’altro figlio è fidanzato con una ragazza che crede agli alieni e porta avanti uno stile di vita molto particolare.
Lo stile quindi si ripete portando avanti due storyline parallele con molte incursioni di personaggi famosi (in questa serie vedremo Maccio Capatonda, Gianna Nannini e tanti altri) con episodi che durano circa 30 minuti tenendo alto l’interesse. Carlo Verdone si dimostra ancora capace di mettere in scena una narrazione fluida e interessante anche se forse poco coraggiosa nel voler mutare.
Quello che viene aggiunto, oltre a personaggi famosi in campo musicale, la possibilità di guardare dietro le quinte e nei meccanismi anche politici del più grande evento mediatico d’Italia appunto il Festival di Sanremo. Certo l’interesse è in buona parte rivolto a questo contesto ma molto spazio viene dato ai risvolti più personali della famiglia di Verdone che attualizzano certi contesti (una madre che vuole affermarsi a livello lavorativo pur avendo un figlio) e quindi creano un legame con problemi alla portata di tutti.
Alla fine vogliamo perdonare quella mancanza di coraggio perché già guardando solo le prime puntate sembra che in parte e con piccoli espedienti risulta presente un passo in tale direzione. Carlo Verdone punta molto sulla satira facendo ancor di più autocritica su se stesso e quindi aggiungendo qualcosa di divertente, interessante e diverso da quello che abbiamo già visto. Sono aggiunte che se pur piccole e a volte fugaci risultano ben incastrate dentro uno schematismo riconoscibile che tutto sommato continuiamo a voler guardare.
Andrea Arcuri