” Dune: Prophecy ” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Sky e NOW dal 18 Novembre 2024

12 Nov, 2024

La serie è ambientata 10.000 anni prima dell’ascesa di Paul Atreides e segue due sorelle Harkonnen mentre combattono le forze che minacciano il futuro dell’umanità e fondano la mitica setta che diventerà nota come Bene Gesserit. 

La serie è ispirata al romanzo “Sisterhood of Dune”, scritto da Brian Herbert e Kevin J. Anderson e si incastra perfettamente a livello stilistico nei film di Denis Villeneuve. Questo potrebbe essere un pregio ma allo stesso tempo un limite per questa serie o per altre ambientato in questo universo tematico.

Faremo la conoscenza di Valya Harkonnen, interpretata da una Emily Watson perfettamente in parte, leader della Sorellanza che darà vita alle “Bene Gesserit” così come le abbiamo conosciute nei film. Si nota subito quella che è la loro caratteristica cioè la capacità di insinuarsi nella politica, sfruttando momenti storici a loro propizi per controllare le varie casate e forze in gioco. Tutto  viene ben nascosto pur essendo visibile a tutti e ancora una volta si capisce come il potere politico, ancor più delle armi, è il vero motore per portare avanti una società. 

La narrazione diventa altisonante ed epica in molte occasioni e i riferimenti stilistici, tematici che possiamo anche considerare veri e propri collegamenti diretti estetici sono chiari e ben visibili. Se la forza narrativa chiarisce alcuni meccanismi e personaggi visto il maggior tempo a disposizione, anche se i due film usciti al cinema sono di durate sostenute, è inevitabile che tale potenza descritta in maniera cosi altisonante e per certi versi piena di emozioni forti possa perdere la propria forza se “rinchiusa” in piccolo schermo. Sia chiaro, nulla da dire sul comparto tecnico perchè si vede che c’è un lavoro dietro di altissimo livello che cerca di offrire la stessa esperienza vista nei film di Denis Villeneuve riuscendoci anche se in parte. Tale limitazione certo è dettato da un budget minore ma anche dal fatto che un prodotto per la TV richiede uno sforzo e attenzione differente. 

C’è poi un discorso legato al nostro livello di attenzione. Il pubblico non è abituato a questo genere di narrazione così altisonante che suscita forti emozioni non con la frenesia e l’azione a tutti i costi bensì con le attese, le interpretazioni potenti e i giochi di potere non accompagnati da mostri o distruzione. Il ritmo è quindi più lento nelle immagini ma più impegnativa nel suo esser costruito. Questo però non deve essere considerato come una limitazione o un difetto della serie, anzi un valore aggiunto che rende “Dune: Prophecy” davvero imperdibile. Prodotti di questo genere realizzati così bene su tutti gli aspetti, devono trovare spazio ed essere visti proprio per il grande lavoro e quella capacità di stimolare o anche solo per dare un’alternativa ad altri più usa-e-getta e di poca stimolazione…intellettiva. 

Andrea Arcuri