Assassino solitario, sfuggente e implacabile, lo Sciacallo si guadagna da vivere uccidendo su commissione. Ma mentre è al lavoro per il suo prossimo incarico, si trova ad affrontare un avversario inaspettato, Bianca, una tenace ufficiale dell’MI6, l’intelligence britannica, che si impegnerà in una implacabile caccia all’uomo in giro per l’Europa per riuscire a catturarlo.
Si torna a prendere spunto dal personaggio nato dal romanzo di Frederick Forsyth dopo le trasposizione sul grande schermo prima nel 1973 con Edward Fox nel ruolo del protagonista e dopo nel 1997 con Bruce Willis. Questa volta Eddie Redmayne è lo Sciacallo col suo essere imperscrutabile e glaciale nel modo di recitare e capace di essere convincente in un ruolo così action a tratti fisico.
Lo stile è quello dei thriller anglosassoni con il ritmo delle scene più concitate che lascia spazio anche a momenti più riflessivi e lunghe attese e se si cerca di attualizzare la trama e gli intrighi, resta sempre quel senso di narrazione d’altri tempi che difficilmente vediamo in un lungometraggio del genere action/thriller. Certo proprio lo stile e la lunghezza della storia, stiamo parlando di 10 episodi da circa 60 minuti ciascuno, potrebbe non conquistare un certo tipo di pubblico più propenso alla velocità d’esecuzione. Si vuole però far notare una natura che potremmo definire palindroma, senza aggiungere altro, che potrebbe quindi offrire letture differenti dal punto di vista dello spettatore.
Anche la sfida tra lo Sciacallo e la sua inseguitrice, l’Agente Bianca, viene costruite con parsimonia seguendo un montaggio alternato prendendosi tutto il tempo necessario per approfondire i personaggi e renderli pieni di sfaccettature interessanti che non possiamo facilmente definire con colori netti piuttosto con tante sfumature.
La serie quindi vince la sfida dell’intrattenimento compensando una certa lentezza di andamento, voluta sia chiaro da precise scelte narrative e di stile, con una buona dose di componenti ambigui fatti di spie, traditori e talpe tra crisi internazionali che ognuno vuole controllare. In aggiunta ci sono i due protagonisti che sono facce opposte della stessa medaglia e che proprio grazie ad una forte empatia che pian piano proviamo per entrambi, vi sfidiamo a decidere per chi fare davvero il tifo.
Andrea Arcuri