Ecco la Recensione della Prima Stagione :
“La Legge di Lidia Poët” – Recensione in Anteprima. Disponibile su Netflix dal 15 Febbraio 2023
A Lidia non è permesso di fare l’avvocato. Perciò questa volta punta ancora più in alto, vuole cambiare la legge. Mentre continua a collaborare con il fratello Enrico, affrontando nuovi casi e battendosi per i diritti delle donne. Lidia inoltre ha chiuso con l’amore, tanto più con Jacopo, responsabile di aver venduto la villa di famiglia e in rotta con tutti i Poët. Ma Jacopo e Lidia sono costretti a rivedersi per condividere un’indagine segreta che li riguarda da vicino
La serie e riprende da dove avevamo lasciato Lidia nella sua battaglia contro il sistema mentre cerca di risolvere casi di omicidio e si imbatte a più ampio respiro nell’affermare la donna contro un sistema patriarcale. I difetti che si attribuivano il primo ciclo di episodi sembrano esser stati lasciati da parte e anzi, superando anche l’aspetto legato alla conoscenza dei personaggi, ecco che i nuovi episodi partono molto bene con un ritmo serrato e un passo decisamente energico.
Si cerca di creare una trama decisamente ampia riguardo un serial killer seriale e una società segreta che prende di mira proprio Lidia e Jacopo ma su questo aspetto si notano piccole discrepanze e un’intensità che a volte non riesce del tutto ma se il resto convince del tutto allora possiamo perdonare tali difetti.
Sebbene si potrebbero attribuire ancora alcune incertezze riguardo la capacità di affrontare temi importanti (o appunto una trama coesa) che vengono sfiorati, a colpire in positivo è la capacità della narrazione di essere fluida e decisamente convinta nel suo procedere senza sbavature o incertezze. Lidia continua la sua battaglia su più fronti ma il passaggio tra questi a livello di contesti risulta molto naturale e riusciamo quindi a seguire ogni contesto che ci viene presentato nel migliore dei modi. Lidia è certo il motore della vicenda, Matilda De Angelis recita in modo naturale e passa senza problemi tra il suo essere caparbia e adorabile. Il resto del cast riesce a tenere molto bene la scena e tutti risultano ottimi nei rispettivi ruoli.
La parte tecnica prosegue nel suo lavoro di contrasto fra il passato di fine Ottocento e una colonna sonora moderna che assolutamente non stride anzi risulta molto efficace e d’impatto convincente. Inoltre accettando che la serie ha il suo maggior pregio nel saper intrattenere e non quello di farsi monito di essere manifesto femminista a tutti i costi, ecco che per una volta abbiamo di fronte una serie leggera ma non per questo inferiore a tante altre (soprattutto se poi facciamo un confronto con quelle Italiane) e fiera di essere puro svago e su questo nulla da dire.
Andrea Arcuri