” Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883 ” – Recensione in Anteprima. Su Sky e NOW dall’11 Ottobre 2024

9 Ott, 2024

Pavia, fine anni Ottanta. Max ama i fumetti e la musica americana. È un anticonformista in una città dove non c’è nulla a cui ribellarsi. In più, dopo aver trascurato il liceo per seguire nuove amicizie e serate punk, arriva inevitabilmente la bocciatura. Questo fallimento si rivela in realtà una nuova, fatale opportunità: nel liceo dove si trasferisce ha un nuovo compagno di banco, Mauro. La musica rende Max e Mauro inseparabili.

La serie racconta con leggerezza e dal punto di vista di due adolescenti, la nascita di uno dei sodalizi musicali più amati del nostro Bel Paese. Tale processo si poteva realizzare in tantissimi modi quali ad esempio semplicemente riempire gli episodi con la colonna sonora della gioventù dei nati negli anni’80 e ’90 e si andava sul sicuro. Gli episodi risultano semplici e molto diretti nelle loro intenzioni e nei passaggi affrontati: dalla bocciatura, le giornate a scuola, il lavoro forzato in estate, i litigi e i primi amori si susseguono più o meno come ce lo aspettiamo con l’aggiunta di alcuni guizzi creativi che hanno portato Pezzali & Repetto alla creazione di hits ormai care a tutti noi.

Occorre precisare che la storia che vediamo è basata su racconti dei veri Max Pezzali e Mauro Repetto, ma con l’aggiunta di componenti romanzate che forse per convenienza o forse perché neanche i due si ricordano bene, aggiungono brio e un certo effetto cool al racconto. Bisogna sempre ricordare che stiamo parlando di una serie d’intrattenimento e non un documentario preciso nei dettagli. Alcuni di questi poi non sono messi li a caso, anzi alimentano un certo senso “leggendario” come la passione di Max per la birra scura, la ricerca di una rana nel Ticino, la bella e inaccessibile, l’amico filosofo e tantissimi altri. Basta davvero tutto questo? Forse si, ma certo i puristi o gli increduli per alcune coincidenze si sarebbero attaccati alla ricerca dell’effetto wow e annoiati stufati presto.

Invece la scelta accurata di dare il lavoro a un autore come Sydney Sibilia, in regia nei primi episodi seguito da Alice Filippi e Francesco Ebbasta, riesce a dargli un tocco personale originale e diverso da tutti gli altri. Meno esagerato rispetto alla trilogia di “Smetto Quando Voglio”, ma donando all’insieme quel senso di gioventù spensierata aggiungendo piccoli e grandi agganci alla musica pop come la presenza (doverosa) di Jovanotti e Claudio Cecchetto, ma anche e soprattutto il voler continuamente nominare quelle che sono state le origini della musica degli 883: il punk e i rapper USA.

A dare un senso di completezza, che ne garantisce l’intrattenimento, è la capacità di creare comicità di Sibilia che si adegua all’animo innocente degli anni ’80 con il suo slang, ma anche (e soprattutto) con piccoli spunti creativi come il paragone con Albert Einstein, le divagazioni di Pezzali nella sua testa, le sfighe prese con filosofia e tanto altro.

Abbiamo dunque un biopic che non glorifica i suoi protagonisti (praticamente mai!), ma anzi spesso li butta giù come se fossero dei perdenti (o meglio dire sfigati); tuttavia, la voglia dei protagonisti di stare insieme e di realizzare i lori sogni nonostante le difficoltà ed anche qualche fallimento, li ha portati al successo realizzando le loro ambizioni.

Andrea Arcuri