LA FESTA DEL RITORNO di Lorenzo Adorisio (Sarà presente il Regista)
Offerto da SATY BIOLINE
NOTE DI REGIA
Era il 1972 e avevo dieci anni quando mio padre portò me e i miei fratelli, per la prima volta, a visitare la sua casa in Calabria, sulla costa ionica dove era nato e vissuto fino all’età di sedici anni. E così, quando visitai per la prima volta il paese e la casa di mio padre rimasi colpito, affascinato e effettivamente spaventato allo stesso tempo. Mi apparve e mi appare tuttora un mondo che non mi appartiene, anche se rimango attratto come una calamita dal mistero che emanano le case, i vicoli, gli anziani contadini, l’immensa vallata che circonda il paese. Una volta, mentre stavo facendo delle riprese nella piazza del paese, un ragazzo mio coetaneo mi urla da lontano in dialetto: “fammi la cortesia riprendi a me, portami a Roma”. Questo “Portami a Roma” mi è sempre riecheggiato. Io ragazzo fortunato che vive a Roma avrei avuto il potere con una cinepresa di portare tutti a Roma, e perché no? Un esperimento lo feci nel 2004, mio padre era venuto a mancare da dieci anni e mia madre mi chiese di realizzare un documentario sulla casa, e sul paese di mio padre, ormai in abbandono, per mantenerne viva la memoria. Fu un periodo magico, passai tre mesi in Calabria per fare provini ai ragazzi del luogo e preparare il film, che poi girai in dieci giorni. Incoraggiato, mi misi subito alla ricerca di una storia da raccontare per un lungometraggio da ambientare sempre in Calabria e proprio nel 2004 uscì il libro di Carmine Abate “La festa del ritorno”. Il romanzo di Abate ha tutti gli elementi utili che mi hanno sempre affascinato per raccontare una storia di una terra apparentemente lontana, ma che mi appartiene per tradizione e cultura. I temi universali trattati sono molti: l’emigrazione, il lavoro, il sentimento di abbandono, la mancanza, la rabbia, il rapporto con la natura, il ritorno, la crescita, la famiglia e la complessità della sua sussistenza. Tutti questi temi s’intrecciano e saranno raccontati attraverso lo sguardo e le emozioni di Marco, un ragazzino di dodici anni il protagonista della storia. La sua identità sarà messa in crisi più volte dagli eventi ed è proprio attraverso le sue emozioni, il suo sguardo vigile ma ingenuo che riusciremo a comprendere meglio la complessità e la difficoltà di crescere, ma anche la fortuna di vivere a stretto contatto con la natura. E, infatti, la natura è l’altra protagonista della storia. La natura incontaminata, che avvolge il paese dove è nato Marco, sarà ripresa sempre con dei quadri di ampio respiro, sia visivo che sonoro. Troverò Marco e gli altri ruoli di ragazzi disposti a fare gli attori lì sul luogo, mentre per le altre figure mi appoggerò ad attori professionisti. Sono certo con questo film di rispettare i concetti fondamentali dell’opera letteraria di Carmine Abate, riuscire con la cinepresa ad amplificarli e magari a portare alcuni di quei ragazzi anche nelle sale cinematografiche di Roma. Perché no?
SINOSSI
Un figlio e un padre. Un ragazzino che, suo malgrado, decide di crescere in fretta, e prendere il posto del padre, per difendere sua sorella. Un’infanzia vissuta libera e impetuosa. Un uomo costretto a emigrare per dare un po’ di benessere alla sua famiglia. Un amore vissuto lontano dal proprio paese, con un segreto da nascondere. La comunità degli albanesi d’Italia, con la loro lingua, e le loro tradizioni. Un paese del sud, immerso in una natura selvaggia, tra la montagna e il mare, dove crescere nella meraviglia di una terra dal carattere forte, piena di sapori, di struggimento e di rabbia. Infine, all’improvviso, uno sparo per rimettere in ordine il caos.
REGISTA
Lorenzi Adorisio, nato a Roma e diplomato presso l’istituto Europeo di Design corso di Fotografia, negli anni novanta comincia a lavorare come direttore della fotografia principalmente per Cinema, Fiction TV e pubblicità. Firma la fotografia di alcune tra le più popolari serie televisive italiane come Squadra Antimafia – Il giovane Montalbano – Il Paradiso delle Signore – Imma Tataranni. Nel 2004 produce e dirige in qualità di regista il mediometraggio “Chora”. Chora è stato l’unico film italiano selezionato al Le 19ème Festival Européen du Film Court de Brest e al Festival di Clermont – Ferrant.
Andrea Arcuri