“ L’Invenzione di Noi Due ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 18 Luglio 2024

17 Lug, 2024

Milo, sposato con Nadia da quindici anni che cerca di scrivere il suo primo romanzo e si accorge che lei non lo desidera più, non lo guarda, non lo ascolta, non condivide quasi più nulla. Ma Milo non si arrende e un giorno le scrive fingendosi un altro, dando inizio a una corrispondenza segreta.

Raccontare di uno scrittore che affronta le difficoltà della vita mentre scrive un libro che poi è lo stesso da cui è tratto il film è una situazione ardua che genera una serie di problemi a livello narrativo e di tono. Si tenta di essere indulgenti verso tale opera e soprattutto verso il personaggio in sé che viene quasi giustificato nel mollare ogni impegno lavorativo perché “questo va a bloccare l’ispirazione e il tempo che si dedica alla stesura del libro stesso”. Sebbene il protagonista sia Milo, tanto tranquillo quanto bisognoso di attenzioni perché lui stesso da aggiustare, proprio questo personaggio viene scacciato e trattato spesso male nonostante sia sempre lì, fermo a risolvere ogni tipo di problema. 

Ci viene detto tramite dialoghi ispirati da frasi concettuali e altisonanti che l’amore è difficoltà, che amare una persona significa soffrire e che quello che eravamo un tempo è inevitabile che vada a cambiare nel tempo e la stessa persona al proprio fianco sfuma e non è più la stessa di cui avevamo bisogno. Ci viene detto in ogni modo possibile, con ogni mezzo e metafore che sono talmente chiare da risultare smaccate e perdere il loro effetto. Anche la musica ce lo grida ad ogni passaggio e i nostri Milo e Nadia si ritrovano si a rivivere uno spunto di amore adolescenziale nella speranza di far accendere una nuova scintilla ma alla fine rimangono fermi nelle loro convinzioni e nel loro modo di essere.

Troppi risvolti che risultano persi nel vuoto e che non portano a nulla di concreto se non a ribadirci quello che ci è stato detto un attimo primo in un’altra scena tanto uguale ad un’altra precedente. Ovviamente poi c’è tutto il discorso sulla letteratura e tra scene d’effetto (capita certo tutti i giorni di entrare in una sala piena di libri aperti sul pavimento perché viene un attacco di creatività) dove lo scrittore (o meglio la scrittrice di turno) ne esce fuori al meglio lasciandosi alle spalle un distruzione emotiva di cui non se ne pagano le conseguenze se non usarla per propri scopi.

Il film è un adattamento fedele nei temi e nelle emozioni ma forse in maniera troppo uguale e senza guizzi narrativi o tecnici. La trama si lascia seguire ma è tutto troppo scolastico e classico e manca una maggiore originalità di fondo e di intenti e quindi il film passa semplice senza lasciare il segno.

    

Andrea Arcuri