“ Acid ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 4 Luglio 2024

26 Giu, 2024

Durante un’ondata di caldo, strane nuvole iniziano a riversare pioggia acida, seminando devastazione e panico in tutta la Francia. In un mondo in bilico, una ragazza e i suoi genitori divorziati devono unire le forze per affrontare e cercare di sfuggire a questa catastrofe climatica.

Si sono usati molti espedienti per mettere in scena disastri e catastrofi a livello globale. Tra twister forza 9, faglie che si aprono, terremoti e asteroidi che incombono sulla terra mancava in effetti una bella pioggia acida causata dall’innalzamento costante delle temperature e l’inquinamento ormai fuori controllo. Come nel più classico dei film, il disastro scelto fa da sfondo a problemi personali che devono affrontare Elise e Michel, una coppia separata che per tenere al sicuro la figlia Selma devono unire le forze e fuggire in una corsa contro il tempo per sopravvivere. L’idea è quella di evocare incubi concreti e per lo più realistici per mettere in scena la furia di Madre Natura a contrasto delle incomprensioni umane.

Il film cerca anche di far riflettere con il suo fare da eco-horror parlando così di surriscaldamento e inquinamento ma certo lasciando tutto all’interno di un film d’intrattenimento e non facendo discorsi scientifici. L’intento però è di rendere quello che succede sullo schermo una paura reale, più di un qualsiasi boogeyman e amplificare l’empatia verso i protagonisti. “Acid” corre veloce e dopo i primi classici momenti di incredulità da parte dei personaggi, ecco che quando il pericolo si avvicina, arriva anche la paura e i momenti più action che pian piano portano il film ad assomigliare più a uno di quelli di genere post-apocalittico tra cittadini disperati che attraversano ponti traballanti o si rifugiano nei pochi edifici ancora in piedi,

“Acid ” procede nella sua forma più classica ricordando, soprattutto nel suo andamento tra momenti concitati e altri riflessivi, molti film simili compresi passaggi con alcune incongruenze. Ecco che il film che inizialmente aveva uno spunto originale e molto interessante, viene un po’ troppo banalizzato dagli aspetti appena spiegati con l’aggiunta di un epilogo prevedibile.

Rimane un aspetto che davvero distingue il film di Just Philippot cioè una riflessione su alcuni aspetti ecologici affrontati in maniera brutale e senza via di scampo oltre ad un pessimismo di fondo lontano, stavolta davvero, a quello dei tipici blockbuster dove succede di tutto ma la speranza è l’ultima a morire e ogni situazione si risolve con un sorriso e tutti sopravvivono.

Andrea Arcuri