“Lupin III – La pietra della saggezza” – Recensione in Anteprima. Al Cinema solo il 24, 25 e 26 Giugno

22 Giu, 2024

Operazione #Nostalgia a tutti gli effetti.

Il 24-25-26 giugno prossimi, Nexo digital distribuirà in diverse sale italiane la versione rimasterizzata/restaurata di un lungometraggio dedicato all’eroe che tra anni settanta e ottanta ci ha fatto divertire davanti alla televisione. La pellicola non è stata scelta a caso, perché “La pietra della saggezza” è stato, quarantacinque anni fa, il primo film ad essere editato con la tecnica “Animevision”, vale a dire con una risoluzione più raffinata che divenne basilare per i successivi film di animazione.

Lupin, Fujiko (non Margot…), Gighen e Ghemon ricompaiono ai nostri occhi con il loro originario splendore anche perché il restauro ha voluto mantenere il doppiaggio originale, dettaglio non trascurabile per centrare l’obiettivo.

Come sempre, tutto si gioca sulle schermaglie tra Lupin da una parte e Fujiko dall’altra che, solo per tornaconto personale, finge di contraccambiare gli sgangherati sentimenti del nostro eroe. Di rincorsa, Gighen e Ghemon con la loro presenza cercano di persuadere l’amico sulla non totale sincerità della ragazza.

Non manca di certo il commissario Zenigata (il mitico Zazà) in perenne e sfortunato inseguimento dell’acerrimo avversario. Colpisce che, a distanza di così tanto tempo, i tratti di questi personaggi mantengano ancora una forte modernità, il che gli permetterà di avere ancora molta #fortuna negli anni a venire.

Gli episodi televisivi si giocavano su trame brevi e rapide per rispettare i tempi del piccolo schermo.

Nel caso del film, è ovvio che il plot necessitava di uno svolgimento di più ampio respiro. Non a caso, nella storia, vengono coinvolte alte sfere politiche e si scomodano anche tematiche importanti anche allo scopo di creare casi di coscienza.

La visione di questo cartone animato mi ha fatto riflettere su un aspetto legato al segno dei tempi. E’ vero, ho parlato di trama “di più ampio respiro” ma questo non toglie che la sceneggiatura non abbia avuto ripetuti momenti di adrenalina legati a specifici episodi. E’ proprio su questo dettaglio che vorrei puntare la luce. Per quanto fosse una storia inventata, mi è sembrato che la suspense creata dalle scene del film fosse decisamente molto più a misura d’uomo rispetto a certe situazioni esagerate che si ritrovano in produzioni più recenti e/o contemporanee. Non mi sorprenderebbe che gli #eccessi delle sopraccitate produzioni fossero un po’ figlie della nostra epoca, così legata alla velocità dello schiocco di dita. Secondo me, non sarebbe così fuori dal tempo tornare a #quei_ritmi, proprio perché più realistici e verosimili.

Ci vorrebbe una sigla per concludere questo articolo. A proposito di questo, tranquillizzo la quota di fan della prima ora di Lupin III con un messaggio in codice… Planet O, Planet O…

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling