“ Hit Man ” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 27 Giugno

22 Giu, 2024

Gary Johnson è un professore di psicologia un po’ impacciato, che vive con i suoi gatti e collabora sotto copertura per il dipartimento di polizia di New Orleans. Quando gli viene chiesto di fingersi un killer per sventare possibili omicidi e incastrare i mandanti, si rivela incredibilmente abile, grazie anche ai camaleontici travestimenti di cui è capace. La sua doppia e solida identità viene messa in crisi dall’affascinante Madison che gli commissiona l’uccisione del marito.

Il film parla della contrapposizione tra “Es”, “Io” e “SuperIo” prendendo spunto dalla teoria psicanalitica di cui tanto parlano i filosofi e studio di psicologia. Gary infatti è un professore di questa materia e mentre cerca di insegnare ai suoi ragazzi questa differenze, senza che ce ne accorgiamo, la mette in pratica ed è come se il film stesso diventasse una lezione per il pubblico. Ci sono film che si accontentano di essere “SuperIo”. basati sulla realtà e sul mettere in scena situazioni realistiche senza tante aggiunte o esagerazioni. E’ un modo di guardare i problemi e il nostro vissuto magari da una prospettiva differente ma sempre ben ancora a quello che noi stessi viviamo ponendoci regole e limitazioni perché ben ancorati alla realtà. Akltri film rappresentano il nostro “Es”, cioè quella voglia matta di esagerare, di uscire dalle nostre vite a volte monotone e vivere situazioni esagerate,non realistiche e che ha desideri sfrenati. Questo film riesce ad essere l'”Io” cioè l’unione tra le due cose, la ricerca di vivere una vita piena ma con ragione, realizzare i nostri desideri ma affrontando la realtà.
 
Il film mette in scena moltissimi toni e grazie ad un cast azzeccato, una sceneggiatura equilibrata e dei dialoghi arguti riesce a mettere tutto in scena nella giusta misura. Thriller, un pochino d’azione, romanticismo e una serie di personaggi complessi si muovono tra scelte e situazioni non certo amorali ma portati avanti da un ottimo ritmo e con fare intelligente. 

Richard Linklater è sempre riuscito a catturare i comportamenti e gli impulsi umani più banali e inspiegabili mettendoli in scena in maniera tanto buffa quanto credibile perché riconoscibili e facilmente identificabili. Non bisogna segnare e guardare il film con una semplice rom-com o un semplice spettacolo sulle qualità di Glen Powell (e comunque riesce anche in questi aspetti) ma piuttosto come uno studio umano sulla complessità di cosa sia morale e di quanto sia difficile fare delle scelte. 

“Hit Man” funziona su tutti i livelli e non c’è un momento di noia non tanto perché la moltitudine di risolvere narrativi m a perché più si va avanti più la lezione di Linklater entra nel vivo con imbeccate, suggerimenti e momenti espositivi (in tal senso le lezioni in classe sono ben incastrate e strategiche) che non pesano ma impreziosiscono la visione. Alla fine ci ritroviamo ad aver assistito ad una lezione di vita senza neanche che ce ne accorgiamo.

Andrea Arcuri