“Inside Out 2” – Recensione in Anteprima e Presentazione Stampa. Disponibile al Cinema dal 19 Giugno 2024

18 Giu, 2024

Alla presentazione stampa del film erano presenti il regista Kelsey Mann, il produttore Mark Nielsen e il ricco cast di voci italiani tra cui Pilar Fogliati (Ansia), Deva Cassel (Ennui), Marta Filippi (Invidia), Federico Cesari (Imbarazzo) e Sara Ciocca (Riley).

Proprio il regista ci racconta “Pete voleva assolutamente rivisitare questo mondo ma non era l’unico: dopo l’uscita del primo film, tutti volevano un sequel. Il primo è stato un grande successo perché ha trovato un eco fortissimo nel pubblico”. Pilar Fogliati ha parlato del suo personaggio “E’ molto interessante che si parli di ansia rispetto ad una ragazzina di 13 anni. Sicuramente è stata un’opportunità doppiare quest’emozione: difficile, ma al tempo stesso bellissimo. Dentro di noi convivono tutte le emozioni e tutte le emozioni vanno abbracciate”.

Successivamente è stata la volta di Deva Cassell “Io sono cresciuta con una mamma che mi ha sempre invitato ad annoiarmi”. Ricordiamo che sua madre è Monica Bellucci e suo padre Vincent Cassel. “Annoiarti di permettere di riflettere e di capire ciò che è meglio per te: in qualche modo, ti apre la mente.

“Doppiare Riley è stato un vero e proprio viaggio interiore, perché sto attraversando lo stesso periodo di crescita che affronta il personaggio nel film”, ha ammesso la giovanissima Sara Ciocca. “L’adolescenza è un periodo di confusione, di irrequietezza, ma anche di vivacità che spesso non si riesce a controllare. Ci sono cambi d’umore repentini, a volte è difficile riuscire a comprendere chi pilota davvero le nostre emozioni e spesso si viene scaraventati in una vera e propria giostra di disordine mentale.

Marta Filippi parla del suo approccio all’invidia “Nell’immaginario collettivo si tratta di un’emozione negativa. In realtà, non l’ho mai concepita così, anche perché si tratta di un personaggio che è pieno di ammirazione verso gli altri. Non a caso è stata disegnata in modo che sembrasse più piccola degli altri personaggi, in modo che potesse guardargli dall’alto verso il basso”.

“Direi che il mestiere dell’attore si fonda tantissimo sul provare imbarazzo e sperimentare quest’emozione”, ha spiegato Federico Cesari proprio parlando del suo personaggio.

Recensione:

Nel seguito di “Inside Out”, film vincitore del premio Oscar nel 2015, Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto, che a detta di tutti gestiscono da tempo un’attività di successo, non sanno come comportarsi quando arrivano Ansia, Invidia, Ennui e Imbarazzo.

Riley, la nostra protagonista cresce e così anche le sue emozioni. Vengono messe in scena in maniera tanto gioiosa quanto profonda alcuni dei passaggi più intensi dell’essere un’adolescente così come aveva fatto nel primo film in un momento di forte impatto emotivo. L’animazione risulta forse più frenetica del precedente e i colori sono ancora più vivaci rimane un po’ quella sensazione che, come tutti i sequel, si cerca di fare sempre di più, di aumentare l’aspetto estetico mentre la trama si ritrova a seguire schematismi e risultare didascalica.

Alcuni passaggi e problemi che affronta la nostra Riley, e quindi anche le emozioni nella sua testa, hanno un andamento tipico e quasi calcolato quando invece la mente umana è un insieme di situazioni e sensazioni imprevedibili e non tutti rispondono allo stesso modo. Si parla di voglia di integrarsi e di avere successo così che gli altri lo riconoscano ma tali aspetti perdono leggermente lo slancio se certi meccanismi che abbiamo conosciuto nel film precedente vanno a ripetersi e quindi a perdere l’effetto sorpresa.

Inevitabile poi aumentando il numero di personaggi capita che gli stessi non riescono ad avere lo stesso spazio sullo schermo. Ovviamente tale aspetto potrebbe essere soggettivo visto che ognuno ha vissuto la propria adolescenza con la compagnia di alcune emozioni maggiormente rispetto ad altre. Qui ancora una volta Gioia la fa da padrona e con unica aggiunta degna di nota Ansia ma sappiamo benissimo che nella vista di un adolescente anche altri sentimenti hanno il giusto spazio negli innumerevoli pensieri che passano in testa. Qui invece gli altri nuovi aggiunti vengono troppo relegati a personaggi secondari o capaci solo di far ridere in un momento fugace.

Spesso le nostre emozioni ci definiscono e magari ci portano fuori strada ma il regista non condanna mai nessuno dei sentimenti di Riley, riconoscendo che ciascuno ha il suo posto ma allo stesso tempo quelle emozioni davvero negative vengono risolte in maniera buonista e senza esplicitarle più di tanto. Anche se punta a raccontare l’adolescenza nel migliore dei modi manca nel riuscire a trasmettere tali emozioni a causa di una prevedibilità di fondo e raramente permette di sentirle o viverle come faceva il suo predecessore.

Andrea Arcuri