La portalettere – Francesca Giannone. Recensione

7 Giu, 2024

E’ un romanzo su cui ho sentito opinioni molto discordanti.

Si tratta di una storia vera, relativa alla prima postina in quel di Lizzanello, paese del Salento. Di sicuro, a monte, oltre a un discorso affettivo (la protagonista Anna è un’antenata della scrittrice), c’era anche l’intento di sottolineare certe chiusure mentali tipiche di un piccolo centro abitato, unitamente a stereotipi e luoghi comuni altrettanto ‘caratteristici’.

Anna è raffigurata come una pioniera ante litteram della lotta contro il patriarcato. Il racconto che la riguarda fa capire come lei fosse decisamente avanti per i tempi in cui è ambientata la vicenda. Sola contro tutti, caparbia e tetragona.

Solo che…

Qualcosa non mi torna. Mi manca la #realtà.

Per quanto possano essere distanti, le atmosfere e, in alcuni passaggi, anche i fatti risultano solo parzialmente verosimili. I toni sono molto leggeri, a volte tendenti persino al fiabesco a volte tendenti ad un improbabile melodramma.

Possono essere plausibili anche alcuni pettegolezzi da piccolo borgo, capaci in certe situazioni di sfiorare la maldicenza. Di pulcinella o meno, anche certi segreti che si raccontano nella trama hanno un abbozzato #perché. Sono assolutamente vere certe tipologie di personaggi.

Stona invece quell’aura positiva che a mio parere pervade tutto l’impianto narrativo, a partire dalla stessa Anna, che sembra essere senza particolari difetti di sorta.

Aggiungo anche che certe vicende circoscritte ad alcune figure della storia, mancano di una rifinitura, come se le loro storie fossero lasciate in sospeso. Certi personaggi spariscono senza troppi disturbi quando invece era necessario spendere due parole conclusive sulla loro sorte.

Non sto invocando lo #spiegone che toglie qualsiasi tipo di spazio alla fantasia di chi legge, che non ha bisogno di avere sempre la #pappa_fatta.

Insomma, invece del silenzio, la penna di Giannone poteva suggerire un po’ di più.

 

 

Enrico Redaelli per GlobalStorytelling