“ Eileen ” – Recensione in Anteprima. Al cinema dal 30 Maggio 2024

20 Mag, 2024

Nella Boston degli anni ‘60 la giovane Eileen (Thomasin McKenzie) conduce una vita monotona lavorando come segretaria in un riformatorio minorile e prendendosi cura di Jim, il padre alcolista. Le cose cambiano con l’arrivo di Rebecca (Anne Hathaway), la nuova psicologa del carcere. Brillante e disinvolta, Rebecca esercita un fascino magnetico su Eileen, che rimane immediatamente attratta dalla sua eleganza. La loro amicizia prende però una piega pericolosa quando Rebecca le rivela un oscuro segreto.

Il film inizia con un tono molto retrò e subito il volto di Thomasin McKenzie ci rapisce per non lasciarci più. Il suo girovagare per i corridoi di un penitenziario minorile ci lascia perplessi sulla direzione che vuole prendere il film. Arriva Anne Hathaway che interpreta una bionda glaciale e affascinante che sembra uscita da un film di Hitchcock e l’amicizia tra le due sembra portare la storia verso sfumature saffiche e invece no, un’ulteriore svolta nel terzo atto risulta tanto un piacere contorto quanto un prodotto difficile da inquadrare e decifrare.

Lo si potrebbe definire un melodramma psicologico, il racconto di una donna ai margini sempre più sola e isolata dal mondo, una storia che mette anche in scena le contraddizioni delle donne e varie forme di oppressione. Tutto questo e altro ancora è “Eileen” che decide di lasciare aperte molte strade e non portare a compimento quasi nessuna delle sue storie si potrebbe dire che decide di concludere tutto con un finale affrettato privo di sorpresa ma dall’altro potrebbe essere proprio la sua inconcludenza ad amplificare il senso di shock voluto.

Alla fine si possono prendere dal film molte emozioni senza escludere la rabbia in certi aspetti o lo sgomento per alcuni passaggi. Manchevole di slancio e della vera capacità di emozionare fino in fondo è innegabile che rimane un certo disagio alla fine della visione che viene certo amplificato e verso cui dobbiamo dare il merito alle performance di Thomasin McKenzie e Anne Hathaway.

Andrea Arcuri