Il regista Wes Ball dà nuova vita all’epico franchise con un film ambientato diverse generazioni dopo il regno di Cesare, in cui le scimmie sono la specie dominante che vive in armonia e gli umani sono costretti a vivere nell’ombra. Mentre un nuovo tirannico leader delle scimmie costruisce il suo impero, una giovane scimmia intraprende uno straziante viaggio che la porterà a mettere in discussione tutto ciò che conosceva sul passato e a fare scelte che definiranno un futuro sia per le scimmie che per gli umani.
Un nuovo inizio per una storia che nel suo essere classica riesce a non stancare mai e grazie ad alcune modifiche e aggiunte suscita anche risvolti e interessi rinnovati per quella che sicuramente si propone di essere una nuova saga. Il mondo popolato dalle scimmie che pensano, cavalcano e combattono si propone nuovamente al pubblico lasciano da parte Cesare, solo nominato ma la sua gloria è ben presente, per un recasting totale di nuovi personaggi che dopo un avvio lento si rivelano molto interessanti.
Sebbene alcuni fasti del passato riecheggiano ancora sia per quello che vedremo sullo schermo con la tipica Terra in versione post-apocalittica sia narrativamente, c’è da dire che la storia non risulta così lineare portando avanti almeno cinque sotto-trame. Inoltre alcuni risvolti non risultano immediati e i tanti personaggi ambigui riescono a creare un certo seguito attivo per interessarci nuovamente ad un franchise già portato sullo schermo con ottimo successo. Stà tutto nella scelta ben precisa di non chiarire tutto al pubblico in maniera immediata lasciandolo in sospeso e chiarendo man mano che si procede senza troppi spiegoni lasciando aperte moltissime strade per il futuro anche se questo è certo un grandissimo rischio nel caso il film dovesse fare flop. Soprattutto la componente degli umani e il personaggio di Mae (interpretata da Freya Allan di “The Witcher”) rimane totalmente aperta nella sua storia e motivazioni e solo negli ultimissimi minuti finali ci viene data qualche spiegazione in più. Per quanto riguarda la componente più drammatica del film possiamo dire che ci prova anche se preferisce puntare sul mistero e la creazione di un mondo più vasto mentre sul versante action si fa ancora ampio uso della motion capture con scene totalmente girate in digitale che rendono benissimo anche se non possiamo dire di avere di fronte un nuove livello raggiunto. Tutto sommato anche la saga precedente era iniziata con un capitolo più di puro intrattenimento per poi aumentare in maniera esponenziale il suo potere drammaturgico.
Possiamo dire con molta tranquillità di aver di fronte un ottimo slancio per nuove interessanti storie e personaggi ben costruiti e tanto basta al giorno d’oggi per poter creare seguito e attirare nuovi fan. In questo la scelta del regista Was Bell risulta azzeccata proprio per il fatto di essere a agio con trilogie che raccontano di storie di formazione (“Maze Runner”), il regista infonde al tutto il giusto equilibrio nel parlare di giovani che si muovono nel mondo per la prima volta affiancando personaggi più maturi che gli daranno e giuste lezioni di vita. A tutto questo si aggiungono ottime scene d’azione e quel senso di epico che non guasta e pone basi solide per la continuità della storia.
Andrea Arcuri