Con “Mia mamma è una marchesa” si ride di gusto al Cineteca Milano Metropolis

10 Apr, 2024

Scegliere l’uomo giusto con cui stare, in un qualche modo, significa scegliere la propria identità. Questo spettacolo si divide in nove capitoli, nove avventure della protagonista, Roberta. Ciascun capitolo ha il suo costume e le sue immagini. Un’Italia aristocratica, una forma, un contenuto e tanta, tantissima ironia. Mia mamma è una marchesa non vuole essere solamente il racconto di una storia privata, ma punta a diventare lo strumento di una riflessione più ampia sul desiderio di realizzazione personale, una riflessione che riguarda tutti, perché l’insicurezza non fa distinzioni sociali. Ne abbiamo parlato con l’autrice e interprete Ippolita Baldini.

Quando nasce lo spettacolo?
Mia mamma è una marchesa ha ormai superato le 100 repliche, dopo la prima che risale al 10 febbraio 2015 al teatro Ambra Garbatella di Roma. Un successo che si è costruito e consolidato con il tempo, un monologo in cui si confrontano due punti di vista, quello di Roberta, una ragazza in cerca del proprio posto nel mondo, e quello della madre, che è una marchesa e che la pungola continuamente.

Qual è il punto di forza Mia mamma è una marchesa?
Sicuramente l’ambientazione aristocratica, che è un po’ il mio vissuto e che conosco molto bene. Questo aspetto incuriosisce molto il pubblico. Un altro punto di forza è sicuramente il personaggio della madre con tutte le sue pose e atteggiamenti da nobile e poi quello di Roberta, una ragazza che cerca la sua identità, il suo uomo ideale e che è alle prese con le incertezze tipiche di tutte le persone sue coetanee che vanno oltre i confini sociali

Nello spettacolo si ride molto e il ritmo è inclanzante…
Vero. Il personaggio di Roberta ride di sé, è autoironico e questo la avvicina molto agli spettatori. Si ride delle sue debolezze e delle sue avventure. Ma si ride un po’ anche di noi stessi.

Quali sono stati i suoi punti di riferimento teatrali?
Sicuramente Franca Rame e Franca Valeri. Un incontro importante della mia vita professionale è stato quello con il drammaturgo Emanuele Aldovrandi, con cui abbiamo lavorato insieme per questo monologo.

In collaborazione con il Teatro della Cooperativa
Ingressi 10 euro intero, 8 euro con Cinetessera