Per esaudire il desiderio, ormai rimpianto, che ha un vecchio e malatissimo di non aver fatto un viaggio a Parigi con i ecco che i tre fratelli, Bernardo, Ivana e Giovanna, che non si parlano da cinque anni, fingeranno di partire con lui da Firenze a bordo di un camper, che non uscirà mai dai confini di un maneggio di cavalli. Con il motore dell’immaginazione si possono fare migliaia di chilometri: se non si può andare a Parigi, Parigi può venire da noi! Dopotutto anche se fai il giro del mondo ritorni sempre nel solito punto, no?
Leonardo Pieraccioni è purtroppo come altri comici/attori del nostro tempo che tendono a ripetersi all’infiniti forti di un certo “zoccolo duro” di fan che li seguono sempre e per sempre. In questo caso il comico Toscano cerca nuovamente di portare avanti il suo cinema come ha sempre fatto ma non accorgendosi che risulta tutto troppo fuori tempo massimo con l’aggravante che c’è una sensazione di stantio e pigrizia in sottofondo che aumenta.
Siamo di fronte all’ennesima commedia travestita da dramma che cerca invano di toccare entrambi questi toni con immagini, situazioni, canzoni in sottofondo messe li nel mezzo e senza continuità di senso nella scrittura. Si perché questo film è pieno di imprecisioni e situazioni che non portano a nulla sia in un senso sia nell’altro.
Se i tre collaboratori di Ivana mettono in scena delle tragicomiche rappresentazioni lungo il viaggio verso la Francia, gli stessi vengono facilmente dimenticati e usati troppo poco. Se i tre fratelli rappresentano ognuno una fragilità umana, forse a tratti datata, tali aspetti non vengono sviluppati e lasciati li senza tante pretese o chiarimenti. Tutto dispiace anche perché ancora una volta, qui Pieraccioni è sempre stato bravissimo, si circonda di attori e attrici bravissimi a incarnare certi stereotipi e fragilità ma non gli fornisce il tempo materiale per svilupparli un minimo che sia accettabile oltre la superficialità.
Stiamo quindi parlando di una commedia talmente ancorata al passato da vedersi tra le mani una storia bellissima e piena di spunti, con attori in parte e capaci ma che butta tutto in ritratti bidimensionali e situazioni comiche il tempo di una battuta d’effetto.
Se le risate non arrivano come dovrebbero anche la parte commovente fatica a farsi strada si perché le trasformazioni, le rivelazioni e quello che dovrebbe pian piano unire questa famiglia on the road arrivano con tale leggerezza che non ci entrano nell’anima e quindi non si esprimono con vero sentimento. La rivelazione su un segreto di Ivana dura un attimo e risulta quasi messo fuori campo come se ci fosse da vergognarsi, Bernardo è un uomo solo legato ai suoi cavalli e anche lui dovrà affrontare una grande rivelazione e nel finale un momento di confronto col padre che si riduce in piccoli sguardi e poco più. Giovanna poi si nasconde dietro l’apparenza e la sua presa di coscienza passa in totale sordina.
Infine si percepisce qualcosa che pur nel suo ripetersi, il nostro amato Pieraccioni non aveva mai caduto, cioè la noia in più occasioni e per un film che tocca a stento 90 minuti è qualcosa di grave. Soprattutto visto lo spunto narrativo e i bei personaggi sulla carta.
Andrea Arcuri