” Pain Hustlers – Il business del dolore ” – Recensione. Disponibile su Netflix dal 27 Ottobre 2023

27 Ott, 2023

Liza Drake (Emily Blunt) è una madre single che ha appena perso il lavoro e tutte le speranze. L’incontro casuale con il rappresentante farmaceutico Pete Brenner (Chris Evans) la convince a intraprendere un percorso allettante dal punto di vista economico, ma dubbioso dal punto di vista etico quando scopre di essere coinvolta in pericolose attività illegali. Alle prese con un capo sempre più incontrollabile (Andy Garcia), la salute sempre più in declino della figlia (Chloe Coleman) e una crescente consapevolezza dei danni causati dall’azienda per cui lavora, Liza è obbligata a valutare le proprie scelte.

Il film offre uno sguardo tagliente su ciò che alcune persone fanno per disperazione e altre per avidità. Il suo limite sta’ tutto in un taglio sfarzoso ed esagerazioni nel mettere in scena una storia che certo ha dell’incredibile ma che si concentra molto nel far apparire bene le sue star (Blunt & Evans) scordandosi del dolore che le aziende farmaceutiche hanno davvero causato.

Seguiamo personaggi senza scrupoli che però vengono mostrati senza tanti aspetti interessanti che vanno al di là del loro egocentrismo e capacità di far soldi. Tutto il resto rimane ai margini dalla sofferenza alla parte burocratica o legale a cui viene attribuita solo una piccola parte nel finale giusto per concludere la storia.

Ci ritroviamo quindi a tifare per le malefatte di questi rappresentanti senza scrupoli perché desiderosi di avere una vita sfarzosa e piena quando invece dovremmo soffrire per la malattia della di figlia di Liza e per tutte le altre persone malate di cancro che occasionalmente incontriamo lungo il film.

Certo Chris Evans e Emily Blunt sono magnetici nei loro ruoli e offrono ottime performance ma la grande presenza di ironia fine a se stessa distoglie quello che doveva davvero essere la parte centrale e fondamentale di questo film.

Ultima analisi per il regista David Yates che ormai si è abbonato al mondo fantastico di J.K. Rowling dirigendo praticamente solo film legati a questa saga. Le uniche volte che si è slegato a questo contesto (“The Legend of Tarzan”) ha avuto risultati assolutamente non positivi a livello di critica e consensi da parte del pubblico. Questo suo nuovo film non cambia state trend per un regista che si rivela così essere un mestierante e che purtroppo vive di rendite di un franchise famoso ma che non riesce a dare nulla di più al di fuori di esso.

 

Andrea Arcuri