Troppo brava – La romanzesca romantica storia d’amore di Clara e Robert Schumann in scena il 12 maggio al Cielo Sotto Milano è il sesto spettacolo della Dual Band sulle vite di grandi compositori (Monteverdi, Mozart, Beethoven, Schubert, i Beatles).
Si tratta di un racconto-concerto, dove Schumann e Clara potrebbero essere dei personaggi inventati, creati da Ibsen o da Cechov, e invece si sono scritti da sé in una serie di lettere e diari che ci descrivono con ricchezza di dettagli una vita pazzesca.
Se le musiche della serata sono di Robert Schumann, emerge irresistibilmente una gigantesca figura di donna, Clara Wieck: grande pianista (la più celebre dell’Ottocento), divenuta moglie di Schumann dopo un tormentatissimo amore osteggiato dal padre di lei.
Dopo le vessazioni del padre, una volta divenuta moglie, non terminano per lei frustrazioni e dolori. Le viene impedito di suonare il pianoforte quando Robert componeva, di andare in tournée, di dare concerti (ha avuto 8 figli) e quando riusciva ugualmente ad allontanarsi, Robert si faceva prendere dalla malinconia e si dava al bere.
Mentre la mente di Robert inizia a scivolare nella follia, si insedia in casa Schumann, e cattura l’affetto dei due coniugi, un “eletto”: il giovanissimo Johannes Brahms. Schumann diede voce, nel suo ultimo articolo da critico musicale, all’ammirazione che Brahms gli suscitava. Ma pochi giorni dopo aver scritto l’articolo tentò di annegarsi gettandosi nel Reno. Fu internato in manicomio, e due anni dopo, senza che Clara, che intanto viveva sotto lo stesso tetto con Johannes, fosse mai andata a trovarlo, si lasciò morire di inedia.
L’indomita Clara, nonostante tutti i ricatti dei suoi tre uomini, continuerà a girare l’Europa fino alla vecchiaia, portando ella stessa alla meritata celebrità la musica di Robert Schumann.
Una commedia di rapporti umani, vasta e dolorosa come il secolo di cui è simbolo, l’Ottocento, uno dei primi esempi di femminismo attivo, intrecciata con la musica più romantica che sia mai stata scritta, suonata al pianoforte da Mario Borciani.