“La Vita Straordinaria di David Copperfield” – Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 16 Ottobre 2020

11 Ott, 2020

“La vita Straordinaria di David Copperfield”

Recensione in Anteprima. Al Cinema dal 16 Ottobre 2020 

 
Una storia davvero originale quella di David Copperfield protagonista di uno dei romanzi più famosi di Charles Dickens. Per fortuna il regista Armando Iannucci decide di raccontare questa storia in maniera molto…originale.  Si sente da parte sua un sincero affetto verso il materiale di partenza perché il regista prende quella naturale energia umana e la contagiosa allegria che caratterizza il romanzo uscito nel 1849 e la mette tutta sullo schermo.
 
Il film è pieno di argute analisi verso lo snobismo della classe borghese nei confronti di quella più povera. Il viaggio di David Copperfield è ben dosato nei suoi alti e bassi, fortune e sfortune con sempre un guizzo divertente e simpatico che viene portato nell’opera grazie ai tanti personaggi presenti. Tilda Swinton, Peter Capaldi, Hugh Laurie, Ben Whishaw e soprattutto Dev Patel costituiscono il folto cast di questo film. L’attore diventato famoso per il suo ruolo ne “The Millionaire” rischiava di rimanere schiacciato da tanta bravura del resto del cast fatto di nomi cosi illustri, invece Dav Patel attira perfettamente il film su di se grazie alla sua interpretazione che è sempre mossa da sincera allegria e forza d’animo che non si riesce proprio a togliergli gli occhi di dosso. 
 
Il film ha solo poche pecche che potrebbe essere molto soggettive. Il suo spirito allegro, alcuni caratteri caricati e il suo cercare sempre di creare movimento senza fermarsi mai può risultare un pò snervante lungo la visione che si dilunga per circa due ore. In effetti anche la lunghezza può diventare un problema perché i viaggi e gli incontri del nostro protagonisti a volte sembrano leggermente forzati e dilungati nel tentativo di farli passare sempre come buffi o sopra le righe. Un elemento che manca quasi totalmente nel film è una sorta di introspezione dei vari personaggi; non ci sono mai rallentamenti, non ci sono vere prese di coscienza o momenti davvero drammatici. 
 
La scelta stilistica del regista Iannucci è però molto chiara. Il film punta ad uno stile poco sentimentale e drammatico e più al movimentato continuo cercando di intrattenere il pubblico con tante risate e poche analisi sociali. Una scelta che alla fine è risultata piacevolmente vincente.   

 
Andrea Arcuri